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Cultura

Nel corso del 2022 si celebrerà il bicentenario della morte di Canova.

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Nel corso del 2022 si celebrerà il bicentenario della morte di Canova.

Grandi mostre, il 2022 sarà l’anno di Antonio Canova.

Il marmo che diviene carne e sentimento in Amore e Psiche, il virtuosismo armonico delle Tre Grazie, l’eleganza solenne e al tempo stesso sensuale di Paolina Borghese.

Il 2022, nel bicentenario della morte, è l’anno di Antonio Canova, la cui arte molte istituzioni italiane si apprestano a celebrare. Scultore e pittore, nato a Possagno nel 1757 e morto a Venezia nel 1822, Canova è il maestro italiano del Neoclassicismo. Tra le istituzioni in prima linea ci sarà il Comune di Possagno, in stretta collaborazione con il Museo Canova che si è già aggiudicato le risorse per realizzare il progetto «Restauro e digitalizzazione del complesso architettonico canoviano».

Per le celebrazioni del bicentenario sono stati stanziati 157 mila euro di fondi pubblici e sono già diversi gli eventi in via di definizione.

Sul fronte delle mostre, il calendario è denso. Fino al 18 aprile 2022 il Mart di Rovereto celebra il maestro, con la mostra «Canova tra innocenza e peccato». Il Museo Bailo di Treviso dal 25 marzo ospiterà «L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico», allestito (fino al 26 giugno) nella galleria del museo che per l’occasione sarà intitolata proprio a Canova.

Dalla Grazia “ritrovata” ai libri illustrati

Fino al 30 maggio 2022, invece, ai Musei Civici di Bassano del Grappa, si potrà visitare la mostra “Ebe Canova“, che presenta al pubblico “la grazia ritrovata della celebre statua in gesso di Canova del 1817”.
L’opera era stata colpita dalle schegge di un ordigno quando, nel 1945, Bassano fu bombardata.
I suoi frammenti sono stati ora rimessi insieme grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie, che hanno consentito di farle riassumere la forma originaria.
Oltre a questo capolavoro, Ebe Canova espone disegni, dipinti e libri illustrati dal maestro.

Canova tra Venezia e Treviso

Tra le città che rendono omaggio ad Antonio Canova non poteva mancare Treviso.
Qui, il 25 marzo, sarà infatti inaugurata la mostra “L’Ottocento svelato. Da Canova al Romanticismo storico”. Un’esposizione che consentirà di ammirare il gesso della celebre scultura Amore e Psiche e il prezioso bozzetto delle Tre Grazie. La galleria del Museo Bailo, sede della mostra, sarà per l’occasione intitolata proprio ad Antonio Canova.


E Venezia?

Laddove il celebre scultore ha lavorato per tanti committenti, sono rimasti numerosi preziosi tesori in chiese, musei e palazzi.
Esempi importantissimi della scultura canoviana si trovano per esempio alle Gallerie dell’Accademia, dove si possono ammirare una collezione di calchi in gesso, ritratti di personaggi celebri come Napoleone e Letizia Ramolino Bonaparte, i Leoni del Monumento Funebre a Clemente XIII, la Pietà e quattro stele funebri.

«Il Comitato è composto di un numero massimo di 6 membri – spiega Colmellere – compreso il presidente, da nominare su designazione del Ministero per i beni Culturali. I cinque rappresentanti saranno nominati dal Ministro dell’Istruzione, dello Sviluppo Economico, della Fondazione Canova, dei Comuni di Treviso e Possagno, scegliendoli tra studiosi di comprovata competenza nel campo dell’arte. I membri del Comitato lavoreranno senza compenso». Il progetto di legge prevede che nel corso dell’anno scolastico 2022-2023 e nel biennio successivo siano attivati percorsi di alternanza scuola-lavoro presso il Museo Gipsoteca di Possagno, riservati a tutti gli studenti delle Scuole superiori. Sarà poi indetto un concorso di idee per realizzare film, docufilm, film di animazione, serie o altro tipo di audiovisivo sul Canova.

Infine, «la nostra proposta di legge invita lo Stato a definire appositi stanziamenti per gli eventuali restauri al Tempio del Canova di Possagno (progettato da Canova e che oggi custodisce varie tele tra cui la Deposizione del Cristo dalla Croce, la scultura in bronzo della Pietà e le spoglie dell’artista), alla Gipsoteca e alla casa natale della famiglia, nonché alle opere ivi conservate tra cui bassorilievi e bozzetti in gesso», conclude Colmellere.

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