Seul potrebbe essere in pericolo?

“Le nostre armi nucleari non possono limitarsi alla missione di prevenzione di una guerra, se i inostri interessi fondamentali si trovassero in una situazione che noi non vogliamo, dovremmo usare l’arsenale per una missione secondaria.”

Con gli occhi del mondo fissi sull’Ucraina e sulla Russia, le parole pronunciate da Kim Jong-un a Pyongyang, mentre sfilavano i nuovi missili intercontinentali, sono passate quasi inosservate.

Ma cosa significano davvero?

L’obiettivo potrebbe essere la Corea del Sud

Secondo alcuni analisti, l’obiettivo potrebbe essere la Corea del Sud e i missili intercontinentali altro non sarebbero che un deterrente indirizzato agli Stati Uniti: nel caso in cui la Corea del Nord attaccasse Seul gli USA rischierebbero, per proteggerla, il lancio di un missile verso San Francisco?

I rapporti tra i due stati coreani sono sempre sul filo della tensione: Seul, sempre più vicina agli Stati Uniti, ha recentemente dichiarato di aver intenzione di inasprire ulteriormente le sanzioni nei confronti della Corea del Nord, che, dal canto suo, ha incrementato il numero di test missilistici e ha dichiarato di aver intenzione di accrescere il proprio arsenale militare nel tempo più breve possibile.

Un pericolo figlio della guerra in Ucraina

Sebbene la minaccia a Seul sia per il momento solo un’ipotesi, è evidente che il sogno di Kim Jong-un sia quello di unificare la penisola coreana. Si tratta di un’impresa assai ardua ed è improbabile che il dittatore tenti un’invasione  – tuttavia, gli analisti non ritengono che sia del tutto impossibile.

Non è un caso che le minacciose parole di Kim Jong-un arrivino proprio adesso: l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha dimostrato che possedere un arma nucleare offra un immediato vantaggio tattico.

Andrei Lankov, russo laureatosi nella Corea del Nord e residente a Seul, considerato un esperto nelle questioni strategiche nord-coreane, afferma che Kim Jong-un potrebbe prendere ad esempio l’operato di Mosca e iniziare la sua “operazione speciale” o “missione secondaria” che dir si voglia per “smilitarizzare” la Corea del Sud.

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