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Corea del Nord lancia missile non identificato: le reazioni di Tokyo, Seul e USA

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La Corea del Nord ha lanciato l’ennesimo missile non identificato – il 14esimo solo dall’inizio dell’anno – in direzione del Mar del Giappone; lo conferma il Comando congiunto sudcoreano. Il lancio è stato effettuato dopo il minaccioso annuncio della scorsa settimana.

Il missile

Il missile è partito da Sunhan, come reso noto dal Ministro della difesa di Tokyo, dopo aver viaggiato per 470 chilometri e dopo aver raggiunto un’altezza massima di 780 chilometri è caduto in mare, oltre la zona economica esclusiva del Giappone.

Potrebbe trattarsi, secondo Lee Jong-sup, candidato a diventare il nuovo ministro della difesa della Corea del Sud, di un missile balistico intercontinentale.

La condanna di Seul e di Tokyo

Il consiglio di sicurezza nazionale sud-coreano ha immediatamente indetto una riunione di emergenza e ha dichiarato che “Il nostro governo farà del suo meglio per salvaguardare la sicurezza nazionale, rispondendo fermamente a qualsiasi minaccia basata sulle nostre solide capacità di risposta militare e sull’alleanza tra Corea del Sud e Stati Uniti”.

Anche Fumio Kishida, primo Ministro giapponese in visita proprio oggi in Italia, ha condannato duramente il lancio effettuato da Kim Jong-un. “È una minaccia per la pace e per la sicurezza della comunità internazionale ed è assolutamente inaccettabile”, ha dichiarato. Il Giappone ha già protestato formalmente contro la Corea del Nord ed è deciso a discutere con i propri alleati della necessità e dell’importanza di “preservare la stabilità nell’Asia orientale, garantendo la prosperità e la libertà di navigazione nella regione dell’Asia Pacifico”.

Fumio Kishida, che oggi ha incontrato il premier italiano Mario Draghi, ha poi spiegato che sfrutterà questo incontro anche per spiegare all’alleato la realtà della situazione della zona Indo-Pacifica e dell’Asia orientale e che, nei prossimi giorni, visiterà anche Vietnam, Indonesia, Thailandia e Regno Unito, dove incontrerà Boris Johnson.

La reazione degli USA e le idee di Pechino e di Mosca

Gli Stati Uniti hanno già dichiarato l’intenzione di introdurre nuove sanzioni contro la Corea del Nord. Si parla di abbassare il tetto massimo delle importazioni di petrolio da 500.000 a 250.000 barili all’anno e di vietare l’export e le esportazioni di tabacco. Non è casuale la visita che Joe Biden farà sia nella capitale nipponica che a Seul il 24 e il 20 Maggio.

C’è da considerare che, tuttavia, sono contrarie alle sanzioni Pechino e Mosca, e che qualsiasi sanzione mossa nei confronti del regime di Kim Jong-un non farà altro che aumentare la tensione internazionale. “Il tempo della pressione sulla Corea del Nord con le sanzioni è passato” ha dichiarato recentemente Petr Ilychev, direttore del dipartimento delle organizzazioni internazionali del ministero degli esteri russo “gli Stati uniti e i paesi occidentali devono fare dei passi per andare incontro a Pyongyang.”

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