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Patto indo-pacifico: Biden propone un patto per contrastare la Cina

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Che qualcosa stesse bollendo in pentola lo si era già capito da qualche settimana, sin da quando il premier giapponese Fumio Kishida aveva visitato l’Italia, il Regno Unito, Vietnam, Indonesia e Thailandia. Adesso Biden, come previsto, con l’annuncio del patto Indo-Pacifico – che coinvolgerebbe Giappone, Corea del Sud, Australia, India, Singapore, Malesia, Indonesia, Vietnam, Filippine, Thailandia e Brunei, ovvero circa il 40% dell’economia mondiale – lancia ufficialmente una sfida alla Cina, aggiungendo, per la prima volta in maniera esplicita, che gli Stati Uniti interverranno a favore di Taiwan qualora Pechino decidesse di invaderla.

Gli USA e Taiwan: perché gli Stati Uniti dovrebbero intervenire a favore di Taipei?

La storia tra Taiwan, Stati Uniti e Cina è assai intricata e affonda le sue radici nel 1949, quando i nazionalisti guidati da Ciang Kai-shek furono sconfitti dai comunisti capitanati da Mao Zedong e si rifugiarono sull’isola. Gli Stati Uniti, allora, riconobbero il governo di Taipei come “unica e vera Cina”, rinunciando ad avere così interazioni con Pechino; le cose cambiarono però nel 1972, quando Nixon scelse di distendere i rapporti con Mao Zedong.

Da allora gli USA sono stati abbastanza ambigui nelle relazioni con la Cina e con Taiwan: se a quest’ultima, infatti, continuavano a fornire armi e supporto navale, gli statunitensi si rimangiarono la parola data nel 1949 e riconobbero invece Pechino come “unica e vera Cina”. Pur non avendo mai stretto un’alleanza con Taiwan in modo ufficiale, nell’aria è sempre aleggiato il rischio di un intervento americano in difesa dell’isola qualora la Cina avesse effettivamente attaccato.

Oggi Biden mette da parte le ambiguità e dichiara, mettendosi così apertamente contro Pechino, che qualora il governo cinese attaccasse Taiwan gli USA interverrebbero in favore di Taipei. Non si tratta di un’eventualità, questa, particolarmente remota: infatti spesso i cacciabombardieri cinesi invadono lo spazio aereo dell’isola, senza contare ciò che è accaduto, recentemente, a Hong Kong.

Ma perché tutto questo interesse per Taiwan?

Ma perché gli occhi del mondo sono puntati su Taiwan? Perché tutto questo interesse nei confronti di quest’isola di soli 24 milioni di abitanti?

Il motivo è semplice, in una sola parola: semiconduttori. Taiwan è una superpotenza tecnologica che produce il 60% dei semiconduttori mondiali. I semiconduttori, semimetalli che hanno una resistività superiore a quella dei conduttori e inferiore a quella degli isolanti, non solo sono essenziali per la realizzazione di qualsiasi componente elettronica – prime tra tutte chip e microchip – ma, da un paio d’anni a questa parte, sono sempre più rari. Causa della crisi è stata la pandemia e le restrizioni a cui ha obbligato le fabbriche che li producevano.

Taiwan, quindi, è oggi più preziosa che mai, sia per la Cina che per gli Stati Uniti.

Ma non solo: Biden lancia il patto Indo-Pacifico, Indo-Pacific-Economic-Framework (IPEF)

Non è questa l’unica mossa fatta da Biden, che oggi, dal Giappone, ha annunciato l’Indo-Pacic-Economic-Framework, un piano di investimenti e rafforzamento dei rapporti commerciali destinato a incrementare la presenza negli Stati Uniti nell’area indo-pacifica. L’ottica in cui agiranno le potenze coinvolte sarà esplicitamente destinata a contenere l’espansione Cinese.

Ci saranno benefici economici concreti” ha dichiarato Biden “per i Paesi che vorranno partecipare alla nuova alleanza economica nella regione Indo-Pacifica”.

Si tratta, secondo il governo USA, di quello che potrebbe essere definito come “l’accordo economico del XXI secolo”.

Biden ha anche dichiarato di stare considerando l’abolizione di alcuni dazi commerciali sulla Cina, spiegando che non è stata la sua amministrazione a imporle e che quindi “la loro revoca è una misura in esame”. Dal canto suo Pechino ha immediatamente risposto alle dichiarazioni del presidente USA affermando che il patto Indo-pacifico sarebbe “destinato a fallire”.

Il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha descritto l’IPEF come “uno strumento politico degli USA per salvaguardare la propria egemonia economica regionale ed escludere deliberatamente Paesi specifici”, aggiungendo che questa è “una strada sbagliata”.

Gli Stati Uniti difenderanno il Giappone e la Corea del Sud

Biden ha anche ribadito che gli Stati Uniti continueranno a difendere il Giappone, alleato che è stato ringraziato dal presidente per aver difeso i valori democratici e di essersi schierato con l’Occidente imponendo alla Russia le sanzioni in seguito all’invasione dell’Ucraina.

“Ogni uso della forza per alterare l’ordine mondiale non verrà tollerato”

ha dichiarato il premier Fumio Kishida.

L’alleanza USA-Giappone è stata a lungo la pietra angolare della pace e della prosperità nell’Indo-Pacifico e gli Stati Uniti rimangono pienamente impegnati nella difesa del Giappone” ha spiegato Biden “Plaudo alla determinazione del Giappone di rafforzare la propria difesa: un Giappone forte e una forte alleanza Giappone-USA è una forza positiva nel mondo”. Infine, il presidente ha aggiunto che gli Stati uniti sono favorevoli a far diventare il Giappone un membro permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

Joe Biden e Fumio Kishida “si sono impegnati a lavorare in stretta collaborazione per affrontare le sfide della sicurezza, tra cui i programmi militari e balistici” della Corea del Nord. Il presidente statunitense ha poi aggiunto di essere “pronto a tutto” per fermare Pyongyang e per rassicurare la Corea del Sud, storica alleata degli Stati Uniti.

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