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The Nun II – la recensione

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Ed eccoci qui a recensire quello che probabilmente è uno dei film horror più attesi dell’anno ed è uscito in sala dal 6 settembre. Sequel del film uscito nel 2018, è uno spin-off della saga di “The Conjuring”. Nel cast ritornano Taissa Farmiga e Jonas Bloquet, rispettivamente nei panni di Suor Irene e Maurice, detto il francese. Sentita, a mio parere, la mancanza di padre Burk, (Damian Bichir) morto di colera (sarà davvero morto di colera?). Due personaggi nuovi che però mi sono piaciuti molto soprattutto per il coraggio sono Suor Debra e Sophie, interpretate da Storm Reid e Katelyn Rose Downey. Sappiate che ci sono state parecchie urla in sala, se è vietato ai minori di 14 una ragione ci sarà, no?

The Nun II – La recensione

Devo dire che forse non sarò pienamente obbiettiva, in quanto adoro James Wan, Pochi son oi film horror degni definirsi tali negli ultimi tempi e The Nun rientra tra questi. E giuro, non lo dico per quelli che hanno urlato più volte in sala. Dalle scenografie tetre e cupe ai momenti dell’apparizione di Valak. Suor Irene ha una visione di Maurice in versione demone che le chiede aiuto. Al tempo stesso vediamo che quest’ultimo si trova a lavorare in un collegio femminile ed ha instaurato un legame con una delle ragazze, Sophie. (non pensate male, lei lo vuole come padre e fidanzato della madre). Insomma se non sapessimo che è posseduto da un demone, forse saremmo solo stati contenti per lui. Tuttavia scopriamo un’altra parte importante, quella del passato di Irene. Anche sua madre aveva le visioni e di fatto, alla fine, scopriremo (BIG SPOLER ALLERT) che sono entrambe discendenti di Santa Lucia, la protettrice dei non vedenti. Questo legame sarà in un certo senso la salvezza della suora, ma non di certo l’unica.

La sua collega, di fatto, suor Debra, giocherà un ruolo di vitale importanza per le giovani fanciulle dell’istituto che si troverà a salvare più di una volta. Attraverso il film è possibile assistere anche a un’evoluzione del credo della suora, che è entrata in convento solo per obbligo del padre. Di fatto, sarà grazie a questo suo cambio di fede che insieme a suor Irene potranno trasformare il vino in sangue di Cristo. Anche la piccola Sophie si dimostra rilevante all’interno del film, proteggendo lo scrigno con gli occhi della Santa con un coraggio che diciamolo, non avremmo avuto tutti. (Vi sento dire: è in un film, ma è stata coraggiosa lo stesso). L’apice del momento “horror” è indubbiamente quando ci si trova sia contro suor Valak che contro il diavolo in versione capra. (una raffigurazione ripresa da iconografia cristiana). L’ambiente tetro e i brividi di terrore vi accompagneranno dall’inizio alla fine del film.

Il collegamento a “The Conjuring”

Sebbene alla fine sembra che tutto sia finito, noi sappiamo che non è così. (Povero Mauricie, io lo adoravo e lo shippavo con Irene!) Sappiamo che per esorcizzare un demone bisogna pronunciare il suo nome, quindi possiamo ipotizzare che ora si sia solo riaddormentata. Dopo i titoli di coda vedremmo i Warran ricevere una chiamata da padre Gordon che gli parlerà probabilmente del Valak. Ricordiamo che alla fine del primo spin-off viene mostrata la scena della conferenza dei Warren in un aula universitaria dove si vede il filmato dell’esorcismo di Maurice, che è naturalmente un riferimento al primo capitolo della saga originale. Potremmo dunque ipotizzare che The Conjuring 4 ci mostrerà proprio questo, (MA IO NON SONO PRONTA A VEDER MORIRE MAURICE) rafforzando anche il legame tra spin-off e saga originale.

E voi lo avete visto? Se sì, che ne pensate?

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