articolo di Simona Lazzaro
Dopo numerosi avvertimenti, è successo: questa notte Stati Uniti e Gran Bretagna hanno lanciato un attacco contro basi Houthi, i ribelli di fede sciita che lottano contro il governo sunnita dello Yemen con il sostegno dell’Iran. Da settimane gli Houthi attaccavano le navi commerciali USA e britanniche nel Mar Rosso.
L’attacco alle basi Houthi
Nonostante i ripetuti avvertimenti, i miliziani ribelli hanno continuato ad attaccare le navi, dichiarando di aver bersagliato solo quelle collegate a Israele – tuttavia, le ripercussioni di questi continui assalti sono state globali, in quanto molte compagnie hanno deciso di rinunciare alla rotta, ritenuta ormai impraticabile e molto pericolosa.
La reazione di USA e Regno Unito non è stata immediata – il rischio era quello di aprire un nuovo fronte di guerra in medio oriente – ma solo dopo numerosi avvertimenti che tuttavia non hanno sortito alcun effetto. L’attacco è stato condotto da Stati Uniti e Gran Bretagna con l’appoggio esterno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda. Sebbene abbiano alcune fregate nel settore, Francia e Italia non hanno partecipato. Il bilancio è di cinque morti e sei feriti.
Le reazioni
I ribelli hanno giurato vendetta, assicurando che chi ha condotto gli attacchi pagherà “un prezzo pesante”, mentre la Russia ha chiesto una riunione d’urgenza del Consiglio di Sicurezza ONU. Hezbollah punta il dito contro gli attacchi e definisce l’azione militare come una “palese aggressione americano-britannica”, e Hamas, in una nota, li descrive come “un atto di terrorismo non calcolato”. Più cauta la Cina, che ha esortato a “mantenere la calma” per evitare che il conflitto si espanda.
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