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Ambiente

Allarme siccità in Italia: “Ci sono le condizioni per dichiarare lo stato d’emergenza”

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Il Po si è trasformato in una distesa di sabbia e il lago di Livignano non esiste più: l’allarme siccità in Italia è, ormai, molto grave. Secondo il sottosegretario alla salute Andrea CostaCi sono le condizioni per dichiarare lo stato d’emergenza”.

In tanti se ne stanno accorgendo ora, ma l’allarme siccità è stato lanciato già a gennaio, quando anche allora le temperature erano oltre la media stagionale. La siccità resta un grande problema che non si risolve con qualche temporale estivo: è necessario agire sul cambiamento climatico.” ha dichiarato il metereologo Flavio Galbiati.

La reazione delle regioni alla siccità

La situazione è più drammatica di quel che può apparire” ha dichiarato il presidente della Lombardia Attilio Fontana.

L’Emilia Romagna è già, da oggi, in stato d’emergenza, mentre per quanto riguarda il Lazio Zingaretti ha dichiarato che nelle prossime ore proclamerà lo stato di calamità naturale.

Il Piemonte ha chiesto l’aiuto della Valle d’Aosta, territorio che tuttavia è comunque in crisi: “Stiamo effettuando tutti gli approfondimenti del caso, ma credo che le nostre effettive possibilità di intervento in questo campo non possano rispondere a un’emergenza ampia come quella che si sta configurando” ha affermato il presidente della regione Erik Lavevaz.

Il fiume Po

Il governo al lavoro: decreti e “piano acqua”

Ma le Regioni hanno richiesto anche l’intervento del Governo, che si è messo al lavoro per gestire l’allarme. Nei prossimi giorni arriverà un decreto – estremamente probabile un razionamento dell’acqua che potrebbe addirittura condurre a uno stop di distribuzione durante la notte – e forse verranno stanziati più fondi, anche quelli del PNRR.

Il Governo propone un “piano acqua”: lo annuncia la ministra per il Sud e la Coesione Territoriale Mara Carfagna. “L’emergenza idrica non ci coglie impreparati” ha affermato la ministra “sono sei mesi che lavoriamo, con tutte le Regioni e i diversi Ministeri, a un piano acqua che sostegna l’intera filiera, dagli invasi agli acquedotti delle utenze finali. Il piano sarà gestito con un contratto Istituzionale di Sviluppo sul quale abbiamo già avuto positivi riscontri dagli enti territoriali: l’investimenti iniziale previsto è consistenze, un miliardo a valere sul ciclo 2021-2027 del Fondo di Sviluppo e Coesione, ma potrebbe essere incrementato ancora.”

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