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Cronaca

Arriva Omicron 2: ecco le caratteristiche della sottovariante di Omicron

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OMICRON 2

“Più si cercano varianti e più se ne trovano”

Queste le parole di Giovanni Maga, direttore dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia, che sembrano riassumere perfettamente il motivo per cui ci troviamo periodicamente di fronte a nuove varianti del Covid-19.

L’ultima arriva dal Nord Europa ed è una sottovariante di Omicron (BA.2), perciò chiamata Omicron 2.

Al riguardo, Maga ha aggiunto: “è molto presto per capire se questa sottovariante possa avere differenze significative rispetto ad Omicron. E’ prematuro. Diciamo che è abbastanza normale per un virus continuare a modificarsi. Magari Omicron 2 scomparirà perché Omicron è più efficace. Ci vuole tempo per comprendere. Nel corso della pandemia sono state identificante e messe sotto sorveglianza decine di varianti che poi sono scomparse”.

Quali sono le differenze con Omicron?

Come ripotato dal Business Standard “questa variante contiene più mutazioni di Omicron e potrebbe essere più violenta“. Inoltre, secondo gli esperti, la velocità di diffusione di Omicron 2 potrebbe essere più alta della Omicron, già elevata di suo. Ma è chiaramente presto per fare valutazioni, non ci sono ancora elementi che possano infatti far pensare a una contagiosità differente, ad una capacità maggiore di eludere i vaccini.

Dello stesso parere Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova: “Sappiamo ancora molto poco e non dobbiamo fare allarmismo, è una sottovariante di Omicron. Ha buona parte delle caratteristiche dell’originale quindi non ci deve allarmare perché i vaccini non sono bucati neanche da Omicron 2 visto che non sono stati bucati dall’Omicron originale – dice Bassetti- Rimane il concetto che i non vaccinati possono avere più problemi degli immunizzati ma sappiamo bene, da Omicron, che la malattia naturale ci protegge nei confronti delle forme di più gravi”.

Vale la pena sottolineare, come per tutte le precedenti varianti, che chi ha completato il ciclo vaccinale ha molte meno probabilità di ospedalizzarsi rispetto a chi non ha ricevuto il vaccino, come sottolinea Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma:

La vaccinazione rende la stessa Omicron sintomatologicamente più leggera, ma va ribadito che per i non vaccinati può comunque portare alla necessità del ricovero in terapia intensiva”, ha avvertito. In generale, ha sottolineato Ciccozzi, “non credo che vedremo una variante più contagiosa di Omicron, ma è importante che la vaccinazione sia globale e omogenea in tutti Paesi per impedire l’insorgenza di ulteriori varianti”.

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