Tensione tra il premier Mario Draghi e il suo predecessore a Palazzo Chigi, il leader del M5S Giuseppe Conte, riguardo l’aumento delle spese militari: dopo un incontro durato circa un’ora e mezzo, Draghi è salito al Quirinale per informare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul dossier spese militari.
Botta e risposta tra Conte e Draghi
Uscendo da Palazzo Chigi Conte aveva lasciato intendere di aver tenuto il punto con Draghi, “in modo chiaro, franco e sincero”, ribadendo al presidente del Consiglio di non mettere “in discussione gli accordi con la Nato, ma l’aumento delle spese militari ora sarebbe improvvido” perché “le priorità degli italiani sono altre”.
A stretto giro è arrivata la risposta, dritta e sferzante, di Draghi: “Il governo intende rispettare e ribadire con decisione gli impegni Nato sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil. Altrimenti verrebbero meno gli impegni presi dalla maggioranza”.
Con il premier “continueremo il confronto”, risponde Conte ai cronisti che gli domandano come se ne esca lasciando intendere che la partita tutto è tranne che chiusa.
È sfumata quindi la possibilità di un accordo tra i partiti sull’aumento delle risorse per la difesa e così il governo si prepara ad approvare il dl Ucraina nell’Aula del Senato.
“È inaccettabile che il governo abbia deciso di accogliere l’ordine del giorno di FdI malgrado la forte contrarietà della principale forza di maggioranza. Malgrado la nostra insistente richiesta, la presidente della commissione Difesa Roberta Pinotti non ha voluto metterlo ai voti. Di cosa ha paura?”, dicono la vicepresidente del M5S Paola Taverna e i senatori Vito Crimi, Gianluca Ferrara, Ettore Licheri, Andrea Cioffi e Gianluca Castaldi.
Esulta, invece, il partito di Giorgia Meloni: “L’obiettivo politico per noi è stato raggiunto”.
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