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2 anni agoon
Sono state numerose e in diverse occasioni le polemiche legate al fatto che per ruoli di personaggi transgender vengano scelti attori e attrici cisgender e non attori e attrici trans. Discussioni che recentemente hanno interessato un film che avrebbe dovuto vedere Scarlett Johansson nei panni di Dante “Tex” Gill e ne hanno portato a un cambiamento di casting, ma non hanno risparmiato The Danish Girl, un film del 2015 che ha visto Eddie Redmayne nei panni della prima donna transgender.
The Danish Girl è valso a Eddie Redmayne il Premio Oscar al Miglior Attore Protagonista (l’ambita statuetta – lo ricordiamo – l’aveva già vinta per il ruolo di Stephen Hawking ne La teoria del tutto). Nonostante questo, però, l’interprete ha rivelato di essersi pentito di aver interpretato l’artista transgender Lili Elbe. I critici si sono a lungo lamentati del fatto che il ruolo non sia andato a un attore effettivamente transgender. Ora come ora, anche Eddie Redmayne è della stessa opinione.
L’attore protagonista della pellicola è tornato sulla questione in una recente intervista per The Sunday Times, in cui ha affermato di ritenere un errore il fatto di aver accettato il ruolo di Lili Elbe, che gli è valso tra le altre cose una nomination al Premio Oscar. Eddie Redmayne ha infatti detto: “No, non lo accetterei adesso. Ho fatto quel film con le migliori intenzioni, ma penso sia stato un errore. Il più grande dibattito sull’insofferenza relativa al casting è che molte persone non hanno spazio nel settore. Ci deve essere parità in questo senso, altrimenti continueremo ancora ad avere queste discussioni.”
Non è la prima volta che Eddie Redmayne si espone in difesa della comunità transgender: lo scorso anno, infatti, il protagonista della saga di Animali Fantastici aveva criticato duramente le dichiarazioni di J.K. Rowling, la celebre scrittrice britannica nota per aver dato vita al magico mondo di Harry Potter, accusata di transfobia.
All’epoca, aveva dichiarato: “Il rispetto nei confronti delle persone transgender resta un imperativo culturale. Negli anni anche io ho cercato costantemente di educare me stesso. Avendo lavorato sia con J.K. Rowling che con diversi membri della comunità trans, ci tengo a chiarire con fermezza la mia posizione. Non sono d’accordo con i commenti di Jo! Le donne trans sono donne! Gli uomini trans sono uomini! Le identità non-binarie sono valide! So che i miei amici e colleghi transgender sono stanchi di questa continua messa in discussione delle loro identità. Vogliono soltanto vivere le loro vite in pace ed è arrivato il momento di lasciarglielo fare.”
Lili Elbe, un percorso di consapevolezza e di frustrazione
Nel 1930 si sottopone al primo intervento di asportazione degli organi sessuali maschili, nel 1931 subisce il trapianto di ovaie che le consente di cambiare il sesso e il nome che da quel momento diventerà Lili Else Elvener, nome usato da Lili solo nei documenti ufficiali.
Successivamente il re di Danimarca, Cristiano X, annulla il matrimonio con Gerda e Lili decide di sottoporsi all’esimo intervento, quello di trapianto di utero della ricostruzione della vagina che però non supera morendo il 13 settembre del 1931.
La storia di Lili Elbe è tutta scritta nei suoi diari, sarà Niles Hoyer, un suo amico, a riprenderli e a pubblicarli con il titolo di Man into woman, un libro, purtroppo mai pubblicato in Italia. Tra le righe scritte non solo tutta la comprensione e l’amore della moglie che ritengo personaggio fondamentale nel passaggio identitario di Lili, quanto lo smarrimento per le nuove sensazioni, la scoperta di sé, la tristezza per i pregiudizi, la paura di non farcela. A tutto questo Lili preferirà la solitudine e il distacco dalla realtà, desiderando perfino la vita monastica, una sottile infelicità che la perseguiterà per tutta la vita.
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