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La fame // RECENSIONE

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La fame

Esseri umani, peluche e mostri: questi i protagonisti de “La fame”, una graphic novel recentemente pubblicata da Ottocervo e tratta da un racconto inedito di Rolando Frascaro, sceneggiata da Maurizio Cotrona e disegnata da Federico Perrone. Una storia, questa, a tinte rosa e rosse, spennellato di sangue, tenerezza e di sinistra morbosità.

Una storia morbosa e ambigua

Morboso” è forse l’aggettivo che meglio descrive questo fumetto: perché non c’è solo la strana maledizione che colpisce Becky – che all’inizio della narrazione è una bambina – ma anche gli sguardi lascivi di Samuel che, oltre gli evidenti massacri di sangue che macchiano queste pagine, conferiscono più di ogni altra cosa a tutta la storia il sapore disgustoso dell’orrore.

I personaggi de “La fame” sono tutti ambigui e si piegano a tremendi compromessi pur di salvaguardare se stessi e coloro che amano: è difficile scegliere per chi tifare perché, a conti fatti, in questo racconto non c’è nessun eroe. Tutti mostri, dal primo all’ultimo – qualcuno più degli altri, forse, ma tutti crudeli. E, proprio per questo, davvero umani.

Un racconto horror a tinte rosa e rosse

Ambientata negli anni ‘70, la storia parla di Dorothy e sua figlia Becky, che si sono trasferite da poco nello stato del New Mexico. Ma la serena normalità che avvolge le loro giornate è in realtà solo velo sottile pronto a strapparsi e a rivelare la terribile maledizione che affligge la piccola, tormentata da una fame mostruosa che può essere saziata solo attraverso sangue e carne umana

Le splendide tavole disegnate da Perrone seguono la vicenda e l’umore dei protagonisti alternando rosa e rossi, tenerezza e sangue, facendo danzare gli occhi del lettore tra la morbidezza dell’infanzia e i lati più ombrosi della sensualità, conducendolo fino a una conclusione inaspettata, crudele e soddisfacente.

3 motivi per leggere “La fame”

1. È un racconto horror ben confezionato, piccolo e saporito come un macaron al sangue;

2. le tavole della graphic novel alternano sapientemente il rosso e il rosa, trascinando il lettore nella narrazione anche grazie all’uso del colore;

3. si tratta di un gioiellino crudele che non può mancare sullo scaffale di chi ama la letteratura  fantastica.

Trigger warning: cannibalismo, violenza

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