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Cultura

L’indagine sui lettori d’Italia post-pandemia

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La sinergia tra il Centro per il libro e la lettura (CEPELL) e l’Associazione Italiana Editori (AIE), ha dato vita a un progetto di ricerca sulla lettura. L’obiettivo dell’indagine riguardava principalmente la percentuale di lettori italiani post-pandemia, analizzandone varie prospettive. È stata presentata al Salone del Libro di Torino, durante il convegno “Leggere in pandemia – Nuovi percorsi di lettura degli italiani”.

Il primo dato che emerge dall’indagine, è sicuramente quello sulla quantità totale di lettori d’Italia. La percentuale degli italiani tra i 15 e i 75 anni che leggono è oggi al 56%, a fronte del 59% del 2020 e del 65% del 2019. Un’ulteriore disparità si è notata tra il Nord e Sud Italia. Il Mezzogiorno legge sempre meno libri: il 35% nel 2021, il 5% in meno rispetto al 2020 e 6% in meno rispetto al 2019.

L’elite dei lettori

“Dobbiamo lavorare per diminuire i divari. E’ importante che aumentino le vendite dei libri”, commenta il ministro della Cultura, Dario Franceschini. Ma quello tra Nord e Sud non è l’unico divario riscontrato: crescono anche le disparità di livello socio-economico e culturale. I lettori con titoli di studio di base oggi sono il 36%, il 14% in meno rispetto al 2019, mentre i lettori con la laurea sono l’84%, il 7% in meno.

Purtroppo, la fascia d’età tra i 15 e i 17 anni è quella in cui si registra il calo più robusto. Verosimilmente, sono i ragazzi che hanno utilizzato un’altra forma di lettura, come i milioni di contenuti didattici integrativi per la didattica a distanza.

“E’ da tempo che diciamo che la lettura è un’emergenza nazionale. Come evidenziato dalla ricerca, la vera emergenza è proprio questa: le disparità all’interno della società italiana” sottolinea il presidente dell’AIE, Ricardo Franco Levi.

“Oltre al calo dei lettori, c’è una preoccupante polarizzazione sempre più netta – aggiunge il presidente del CEPELL, Marino Sinibaldi – tra chi legge da sempre e lo ha fatto in questi mesi di più, acquistando più libri e dedicandoci più tempo, e chi alla lettura non si avvicina. Il divario si è approfondito, come altre disuguaglianze durante la pandemia. Questo è oggi il campo della sfida e di un necessario cambio di rotta”

Quanti libri leggiamo?

Il mercato sta diventando sempre più elitario, riuscendo a sopravvivere grazie agli acquisti di pochi lettori forti. La maggioranza assoluta degli italiani ha letto da uno a tre libri (il 55%), il 23% da 4 a 6 libri, il 14% da 7 a 11 e il 9% più di 12 libri. I lettori forti (più di 12 libri) leggono mediamente 17 libri l’anno, 3 in più di quanti non ne leggessero nel 2020.

Oltre a leggere, comprano anche più di prima: in media 12,3 libri, due e mezzo in più dell’anno precedente. Il risultato è un mercato sempre più concentrato: il 59% delle copie vendute sono acquistate dal 23% dei lettori (quelli che leggono più di 7 copie l’anno).

Nonostante ciò, giungono anche notizie positive: il numero medio di libri a stampa, ebook e audiolibri fruiti sale a 7,8 contro i 7,2 del 2020 e i 6,6 del 2019. Aumenta anche il tempo dedicato a questa attività, rispetto al 2019: chi legge un’ora ogni giorno è oggi il 15% della popolazione, salendo di 6 punti percentuali.

“Si può guardare a questi dati da una duplice prospettiva – aggiunge inoltre Marino Sinibaldi. – Non possiamo deludere le attese di un pubblico di lettori forti ed esigenti. Ma dobbiamo concentrare impegni, azioni e anche fondi per ridurre quelle disuguaglianze che sono un grave problema culturale, sociale e infine politico”.

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