In diversi quartieri di Napoli, i cittadini pagano il bollettino per il Contributo di Bonifica da 17 euro inviato dal Consorzio di Bonifica di Napoli e Volla: tutto nella norma se non fosse per il fatto che le paludi da bonificare non esistono più da decenni.
L’avvocato Riccardo Vizzino, al riguardo, ha spiegato: “Si tratta di un contributo non dovuto a nostro giudizio, in quanto queste abitazioni hanno l’allaccio alla fognatura e all’acquedotto pubblico. Le paludi non esistono più”.
Secondo Vizzino, inoltre, “il contributo per la bonifica delle acque reflue risulta essere già pagato ai Comuni o, comunque, alle società affidatarie del servizio di depurazione che addebitano ai cittadini costi di depurazione dell’acqua senza effettuare in realtà alcuna opera di depurazione, ovvero in presenza di impianti obsleti e non funzionanti”.
Per queste ragioni i cittadini, da circa 2 anni, hanno smesso di pagare il bollettino, ricevendo così ingiunzioni di pagamento della società che si occupa della riscossione per il Consorzio di Bonifica.
Ad alcuni cittadini in protesta, nelle ultime settimane, sono stati inviati avvisi di fermo amministrativo per le automobili, con minacce di pignoramenti dei conti correnti se continueranno a non pagare il bollettino.
L’avvocato Vizzino sottolinea che “spetta ai Consorzi di bonifica o agli enti affidatari dei servizi di depurazione che richiedono il pagamento dei relativi contributi provare quale vantaggio diretto e specifico sussiste per il singolo cespite. In assenza di una rigorosa prova del regolare funzionamento del relativo servizio di depurazione e fognatura, pertanto, i relativi canoni, a nostro giudizio, non vanno pagati”.
I diretti interessati, per tale ragione, procederanno o con un’istanza di autotutela, oppure faranno ricorso alla Commissione Tributaria.
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