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Cronaca

Per 9 italiani su 10 i partiti non si occupano dei giovani: quali sono le proposte dei partiti?

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Stando ai dati emersi dal sondaggio effettuato dall’istituto di ricerca Quorum/YouTrend per Sky TG24, solo l’8% degli italiani ritiene che la politica si occupi abbastanza dei giovani.
E allora alla domanda “perché i giovani non si occupano di politica?” verrebbe da rispondere provocatoriamente “perché la politica non si occupa di loro”.
Chi si occupa dei problemi dei giovani?

Il lavoro che manca è sempre più precario e sottopagato; le opportunità mancano, i costi salgono, le giovani famiglie trovano mille ostacoli a fare figli perché mancano i servizi e i sostegni. Ad un passo dalle elezioni del 25 settembre, i vari partiti scesi in campo hanno provato a rispondere a questa domanda proponendo delle soluzioni nei propri programmi elettorali.

Forza Italia

Forza Italia punta su “Più qualità nella scuola, nell’università e nella sanità pubblica” e “Più tecnologie, cultura e turismo. Tutela dell’ambiente, efficientamento energetico”. Sono indicate voci come “abolizione delle storture della legge sulla Buona scuola”, “Centralità del rapporto docente-studente”, “sostegno all’aggiornamento e meritocrazia”, “azzeramento progressivo del precariato”, “rilancio dell’Università italiana”. Nel capitolo 10 si trova anche il “Sostegno alle start-up innovative attraverso la semplificazione del crowdfunding”. Integra il programma la proposta, lanciata tramite interviste da Silvio Berlusconi, di incentivi fiscali per l’assunzione di giovani.

Fratelli d’Italia

Il partito guidato da Giorgia Meloni presenta un elenco di proposte all’interno di un documento dal titolo “Le sfide per l’Italia”. La sfida 8 si occupa di “Un futuro di lavoro” e prevede: la riduzione del cuneo fiscale nei primi anni di assunzione; “Costruire il futuro partendo da scuola e università” dove si parla anche del sostegno alla mobilità europea degli studenti e dell’istituzione di un prestito d’onore. Nella sfida 14 (“La rete e la rivoluzione digitale: una grande opportunità”) si prevede, tra l’altro, il sostegno alle imprese che operano “nel comparto della internet economy” e la promozione di progetti sullo sviluppo della digitalizzazione delle piccole e medie imprese. Ha fatto molto discutere, tuttavia, un passaggio sul lavoro obbligatorio per i giovani avanzato da Fratelli d’Italia. Da quanto si legge “Va costruito un sistema organizzato- si legge nel documento – oggi inesistente che deve rientrare in un programma di politiche attive basato su un sistema di intelligenza artificiale che a regime rintracci l’elenco dei giovani che terminano ogni anno le scuole superiori e l’università e li agganci a imprese del settore, agenzie per il lavoro e centri per l’impiego, attivando un sistema concorrenziale tra gli operatori che avranno una dote finanziaria ingente per la loro collocazione. Il giovane non potrà più scegliere se lavorare o meno, ma è vincolato ad accettare l’offerta di lavoro per sé, per la sua famiglia e per il Paese, pena la perdita di ogni beneficio con l’applicazione anche di un sistema sanzionatorio”. Sebbene si tratti di una raccolta di spunti esterni e non di un vero e proprio programma politico, il documento non è più rintracciabile all’interno del sito di Fratelli d’Italia. Nell’archivio, infatti, si può recuperare il programma della Conferenza milanese in cui vengono annunciati gli Appunti, ma di questi non ce n’è traccia.

Lega Nord

Il “Programma di Governo – Salvini premier, la rivoluzione del buon senso” presenta un capitolo dedicato al lavoro dove si trova: l’introduzione del salario minimo, aumenti attraverso incentivi su base meritocratica, rafforzamento dell’alternanza scuola-lavoro, creazione di una figura di tutor per “monitorare e coordinare le azioni di ricollocamento per chi usufruisce dell’indennità di disoccupazione”, risposta alle sfide di Industria 4.0 attraverso strumenti di qualificazione dei lavoratori e formazione di adeguate competenze. Particolarmente sviluppata è la proposta sul sostegno alle startup e all’imprenditoria giovanile, all’interno della quale si propone “un investimento minimo di alcuni punti percentuali (in uno spettro compreso tra il 3% e il 5%) in questo settore per i Piani Individuali di Risparmio (PIR) e per i fondi pensione italiani”, ma anche “decontribuzioni di almeno il 50% sul costo del lavoro per le assunzioni fatte da startup innovative su un orizzonte di 5 anni”. Sulle tasse universitarie si propone una riduzione a fronte di una restituzione nel caso si trovi lavoro entro un anno dalla laurea grazie al “job placement” dell’Università.

Movimento 5 Stelle

Il M5S enuncia 20 punti “per la qualità della vita degli italiani”. Relativamente ai temi qui di interesse le proposte principali sono le seguenti. Smart Nation: investimenti ad alto moltiplicatore occupazionale (per creare nuove opportunità di lavoro e nuove professioni) e investimenti in nuova tecnologia (internet delle cose, auto elettriche, digitalizzazione PA). Istituzione di un Reddito di cittadinanza, che può non avere natura passiva solo se legato a riforma dei Centri per l’impiego (vengono indicati 2 miliardi di euro per far incontrare meglio domanda e offerta di lavoro, garantendo riqualificazione a chi perde l’occupazione). Creazione di una “Banca pubblica per gli investimenti” a favore di piccole imprese, agricoltori e famiglie. Green economy: “200mila posti di lavoro da economia del riciclo rifiuti” e “17mila nuovi posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica”.

Terzo polo promosso da Azione di Carlo Calenda e Italia Viva di Matteo Renzi

Azzerare la tassazione per i giovani fino a 25 anni, e tagliandola del 50% dai 26 ai 30. Così da spingere le aziende ad assumere giovani, frenare la fuga dei neolaureati all’estero e possibilmente anticipare di qualche anno l’uscita dei venti-trentenni dal nucleo familiare dei genitori (che in Italia è tra le più tardive d’Europa). Va in questo senso anche la proposta sul mutuo prima casa per gli under 35. L’idea è che lo Stato possa garantire il 20% del valore dell’abitazione, se una banca ha già accettato di coprire con un mutuo il restante 80%. E poi c’è il tema fisco, cui il duo Azione-Italia viva dedica grande attenzione.

Partito democratico

Il programma del PD propone 9 settori di azione per il futuro. Nel settore “Lavoro di qualità, non assistenzialismo”, viene proposto di: ridurre il costo del lavoro e rendere più vantaggiosa l’assunzione a tempo indeterminato, introdurre un salario minimo, aumentare le tutele del lavoro autonomo, rafforzare gli istituti tecnici superiori (ITS, con obiettivo di raggiungere 100 mila studenti), riduzione delle tasse sulle imprese che creano sviluppo (in coerenza con il Piano Impresa 4.0). Viene inoltre posto come obiettivo la riduzione della disoccupazione giovanile (sotto il 20%). Nel settore “La società della conoscenza” i punti salienti sono: la riduzione della dispersione scolastica (puntando a piani educativi personalizzati), il sostegno all’apprendimento trasversale e digitale, il potenziamento dell’orientamento nel percorso scuola-lavoro, il rafforzamento delle borse per studenti meritevoli, il lancio di un piano di reclutamento di 10 mila ricercatori tipo B. Nel settore “Verso gli Stati Uniti d’Europa” si propone anche di incentivare Erasmus e Servizio civile europeo.

A leggerle appaiono (nella maggior parte dei casi) proposte molto valide, ma fino a che esse non verranno realizzate restano le ennesime promesse che a dire la verità risultano anche poco praticabili, altre molto costose e irrealizzabili.
Difficilmente si trovano nei programmi impegni espliciti a ridurre le problematiche più gravi che affliggono il nostro paese: la percentuale di giovani (15-24) che non studiano e non lavorano, la percentuale di persone in età 25-29 che dipendono economicamente dai genitori, la percentuale di famiglie povere con persona di riferimento under 35.

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