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Cinema

Tutte le volte che ci siamo innamorati – la recensione

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E fu così che a San Valentino…Elite incontrò Rebelde, ma cerchiamo di spiegarci meglio. Il 14 febbraio è il giorno degli innamorati e Netflix, per festeggiarlo ha deciso di far uscire la mini serie spagnola “Tutte le volte che ci siamo innamorati”, con protagonisti Giorgina Amorós (conosciuta come Cayetana in “Elite”) e Franco Masini ( Luka nella serie Netflix “Rebelde”). La serie è composta da 8 episodi della durata di 40-54 minuti in media. Nelle classifiche della piattaforma streaming si trova al oggi al 7° posto delle serie più viste. Tra il titolo e il trailer sembra chiaro che quella che ci viene proposta sia una serie con una “romantica” storia d’amore. Ma anche no.

Trama

Irene ha 20 anni, decide di trasferirsi a Madrid per frequentare l’università che le consentirà di realizzare il suo più grande: diventare una regista. Julio è un ragazzo argentino con i genitori separati, ha deciso di trasferirsi dal padre e studiare giurisprudenza per diventare un avvocato. I due si conoscono durante una festa e per loro è un colpo di fulmine. Lo stesso colpo di fulmine alla quale Irene non credeva, non prima di aver incontrato il ragazzo però. Tuttavia, in quella fatidica notte, quando i due sono nel treno e stanno per baciarsi, una bomba esplode nel mezzo di trasporto, facendo così finire i due giovani e il loro amico in ospedale. Lì Julio incontrerà anche il ragazzo di Irene e da allora si separeranno per un periodo, come dice la protagonista “quella è la prima volta in cui ci siamo lasciati”.

Non parliamo esattamente d’amore

Partiamo col  dire che a mio modesto parere, dei titoli alternativi per questa serie sarebbero potuti essere: “Tutte le volte che mi hai cornificato” o ancora “La verità è che è solo sesso”. Innanzitutto la storia viene narrata da Irene che pare la stia scrivendo per il suo nuovo film, nel 2021. Occhio alle date, nella serie si passa spesso dal 2003 (primo incontro dei protagonisti) al 2021 e poi dal 2004 al 2022, passando per tutti gli anni in cui le loro strade si sono incrociate. Il che ha senso dato il titolo della serie. All’inizio sembra effettivamente carino, i salti temporali non disturbano e quella che viene stroncata sul nascere, sembra effettivamente una storia d’amore. Il modo in cui lui parla di lei è carino, molto interessante anche la tematica della sopravvivenza a un attentato. Cosa che in realtà mi sarebbe piaciuta vedere più a lungo essendo una tematica delicata. Irene spinge Julio a fare l’attore per il suo cortometraggio e inconsciamente, gli dà l’opportunità di scoprire qualcosa che gli piace. O che crede che gli piaccia. Effettivamente si comprende che il ragazzo sia un personaggio piuttosto confuso. Ma a 20 anni ci sta, mi ha fatto storcere il naso il suo cadere così presto nel giro della droga, diventare arrogante, ma ancora, sono cose che si possono mettere in conto.

Todo sobre "Todas las veces que nos enamoramos": Netflix | TRIBUGAME

Un rapporto nocivo

Quello che però non mi ha convinto quasi per nulla, è il fatto che stessimo parlando di una storia d’amore. La facilità con cui i protagonisti si tradiscono più volte, ferendosi volontaria o involontariamente, mi porta a pensare che in realtà sia più una relazione tossica. Il periodo più “sereno” per così dire, li vede chiusi nella stanza di lei a fare i coniglietti tutto il giorno, tutti i gironi. Mi dispiace, ma non sono riuscita a cogliere esattamente la “storia d’amore”, non perché gli attori non sappiano recitare, ma perché più che innamorarsi, sembravano portarsi alla distruzione. E questo durerà fino alla fine, con un colpo di scena che lascia un finale aperto. Anche i salti temporali

Ci sarà una seconda stagione? Da com’è finito pare che i presupposti ci siano, ma bisognerà vedere se la serie avrà abbastanza successo da poter proseguire. Tra l’altro i salti temporali lasciano ulteriori punti di domanda, come: cos’è successo? Perché Irene ora si sposa con Fer? E Fer ha mai visto suo figlio? Si era innamorato di Jimena oppure no? Carlos Montero, ideatore della serie ha affermato di aver voluto offrire quella che per lui è una visione più “realista” dell’amore: “è una serie molto autobiografica, forse solo secondo la mia opinione”. Personalmente non vorrei che passasse il messaggio che “tradire è normale anche se si ama”, sì, può essere realista, può capitare, ma dopo tutte quelle volte, possiamo ancora parlare d’amore? Quello tra Irene e Julio mi appare più come rapporto nocivo che d’amore. Forse causata da un’idea idealizzata piuttosto che reale dell’altra persona. Per quanto mi riguarda, la serie non mi ha fatto innamorare neanche una volta, a voi invece e piaciuta? Fatecelo sapere nei commenti!

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