A Bergamo il primo trapianto di lobo polmonare da parte di un donatore vivente. Papà salva la vita al proprio figlio.
Una malattia rara
Martedì 17 gennaio, all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, è stata effettuata un’operazione senza precedenti in Italia. Un bambino di cinque anni, affetto da una malattia rara fin dalla sua nascita, è stato sottoposto ad un intervento importante e complesso ai polmoni. Si tratta del primo trapianto con donatore vivente.
Doppia donazione
A donare parte del lobo polmonare al bambino è stato il padre dello stesso. Il piccolo pare sia affetto da una rara patologia del sangue che in passato ha reso per lui necessario un trapianto al midollo osseo, donato sempre dal papà. Quest’ultimo intervento, tuttavia, non ha avuto i risultati sperati in quanto ha generato la cosiddetta “Graft versus Host Disease” (GVHD), una reazione immunitaria abbastanza complessa che ha comportato il rigetto delle cellule ricevute dal donatore, non avendole riconosciute come proprie. Tutto ciò ha avuto delle conseguenze gravi che si sono riversate sulla funzionalità dei polmoni. Ecco il perché della seconda donazione. L’intervento è durato 11 ore. Entrambi sono attualmente ricoverati allo stesso ospedale, con prognosi riservata.
Un caso raro
La donazione di parte del polmone di un vivente è possibile, seppur eseguita solo in rari casi. Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità di Chirurgia generale 3 –trapianti addominali dell’ASST Papa Giovanni XXIII – ne ha spiegato il perché: “L’estrema rarità di questi casi e i limiti tecnici del trapianto da vivente, nel caso del polmone non lo rendono un’opzione terapeutica di facile applicazione. Per questo, diversamente da quanto succede per altri organi, non viene abitualmente considerata un’opzione alla portata di tutti, in grado di contribuire efficacemente all’abbattimento delle liste d’attesa“.
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