Se il cane abbaia di notte, impedendo di fatto ai vicini di dormire e riposare, il proprietario sarà tenuto a pagare un risarcimento: lo ha stabilito la corte di Cassazione.
Il caso di Caltanissetta: la sentenza della Cassazione
“Il mancato riposo notturno” scrivono i giudici “può provocare danni alla salute”: per questo la corte di Cassazione ha confermato una sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta che ha condannato il proprietario di due cani che ululavano e guaivano di notte.
Uno dei vicini dell’uomo, esasperato dal continuo abbaiare degli animali, lo ha denunciato, sostenendo che il mancato riposo notturno causato dai “cupi ululati” e dai “continui e fastidiosi guaiti” dei due cani gli avrebbe causato danni alla salute. Ma non soltanto: l’uomo ha sostenuto che a causa della stanchezza avrebbe subito anche delle ripercussioni in campo professionale. Incapace di concentrarsi sul lavoro, il vicino è stato infatti anche licenziato.
La sentenza ha condannato il proprietario a pagare un risarcimento e le spese di giudizio, che, da sole, ammontano a 2.700 euro.
Quando il proprietario di un cane deve pagare un risarcimento?
Ma quand’è che, quindi, il proprietario di un cane è tenuto a risarcire i vicini?
Secondo la sentenza della Cassazione uno dei fattori fondamentali è che il fastidio causato dall’abbaiare dell’animale superi la “normale tollerabilità”.
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