Un team di ricerca americano, guidato da scienziati degli Istituti di Scienze della Vita “Huck” dell’Università Statale della Pennsylvania, in collaborazione con i colleghi del Dipartimento delle risorse naturali dell’Iowa, hanno dimostrato che oltre l’80% dei cervi dalla coda bianca o cervi della Virginia dell’Iowa, ha contratto il Covid-19.
Dall’analisi è emerso che gli animali selvatici avrebbero contratto dagli esseri umani il virus, che si sarebbe poi diffuso rapidamente nel branco, rappresentando un grave rischio per la salute degli animali e dell’uomo.
E’ probabile, infatti, che il virus una volta adattato all’organismo di un nuovo animale possa mutare, dando origine a delle varianti, che i vaccini attualmente in circolazione non coprirebbero.
Il sequenziamento genomico dei campioni virali ha rilevato la presenza di 12 varianti del coronavirus Sars-CoV-2, di cui la B.1.2 (54,5%) e la B.1.311 (20 %) rappresentavano circa il 75% di tutti i campioni.
La buona notizia è che tutti gli animali testati erano in buone condizioni, dunque sembra che i cervi si contagino ma non si ammalino.
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