Figli isolati dal mondo e presi a cinghiate: denunciato un uomo di 53 anni.
L’uomo teneva i suoi due figli segregati in casa a Capannelle, in provincia di Roma.
Tapparelle abbassate, finestre chiuse, muffa sulle pareti, maltrattamenti: ecco l’incubo vissuto dai due bambini. Sembrava che non ci fosse nessuno in casa, ma le urla che provenivano dall’interno i vicini le sentivano ogni giorno, eppure nessuno faceva qualcosa.
Il padre 53enne ora è imputato davanti al tribunale di Roma per maltrattamenti in famiglia.
Teneva i figli segregati in casa.
Muffa alle pareti, docce che non funzionavano, finestre chiuse, a terra scatole e buste ovunque: decideva tutto il “capofamiglia”, che segregava i figli e la moglie in casa.
I bambini dormivano nella stanza dei genitori, non potevano giocare con gli amici, niente sport né feste o camposcuola. Il 53 enne, secondo quanto ha ricostruito la moglie, avrebbe anche preso i figli a cinghiate.
“Stavo lavando i piatti e ho sentito delle urla dalla stanza da letto e quando sono andata a vedere ho trovato mio marito che stava con il braccio sul collo di mio figlio piccolo. Il più grande ha cercato di difendere il fratello, ma il padre gli ha detto: rimani lì se non vuoi finire in ospedale. Io non riuscivo ad agire, ero bloccata in quella situazione”, ha detto la mamma.
Il padre, che respinge le accuse, ha chiesto di levare il suo cognome ai ragazzi.
“Ero un padre e mi hanno sparato in faccia tutti, esigo che venga tolto il mio cognome a quei ragazzi, mi hanno strappato il cuore”, ha detto il 53enne.