In rete è stato pubblicato un altro video shock sulla brutalità della polizia negli USA. Nella clip di 18 minuti di vede la vittima Edward Bronstein, 38 anni, che viene fermato per un controllo stradale in California.
Gli agenti prima lo bloccano, poi lo fanno stendere a terra, lo ammanettano e premono con le ginocchia sulla sua schiena per un prelievo di sangue mentre lui grida che è pronto a farlo volontariamente. L’uomo prima di perdere conoscenza per 3 minuti e poi morire ha pronunciato più volte “I can’t breathe” (non riesco a respirare).
Poi gli agenti si accorgono che non c’è più battito, che non sembra respirare e solo dopo oltre 11 minuti dagli ultimi gemiti del 38enne tentano inutilmente il massaggio cardiaco.
La sua famiglia ha fatto causa ai poliziotti coinvolti per uso eccessivo della forza e violazione dei diritti civili, contestando anche l’autopsia, secondo cui l’uomo sarebbe morto per “intossicazione acuta di metanfetamine durante l’arresto”.
Un episodio che richiama alla mente il caso analogo del 46enne afroamericano George Floyd, ucciso durante un fermo della polizia a Minneapolis il 25 maggio del 2020. Il fermo fu registrato con un filmato divenuto virale che mostra Floyd ammanettato e steso a terra con il ginocchio del poliziotto premuto sul collo per diversi minuti con Floyd che pronuncia le drammatiche parole “I can’t breathe”.
Queste parole sono diventate lo slogan per combattere il razzismo a Minneapolis.
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