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Cinema

Il racconto perfetto – la recensione

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Ed eccoci qui a parlare di una delle mini-serie che sembra abbia conquistato gli utenti di Netflix. Sì, parliamo di “Un cuento perfecto”, in italiano, “Il racconto perfetto”, che attualmente si trova al terzo posto delle serie più viste sulla piattaforma streaming. Come abbiamo detto, si tratta di una mini serie, ha di fatto solo 5 episodi, tutti della durata media di 35 – 53 minuti. La storia è tratta dal romanzo di Elisabet Benavent e fu pubblicata il 20 febbraio del 2020, poco dopo San Valentino dunque e in effetti, ha una giusta tempistica data la storia d’amore. Alla regia, l’occhio attento e femminile di Chloe Wallace. Dunque partiamo con una breve introduzione alla serie

Trama

Il racconto perfetto narra la storia di Marot (Margarita) e David, interpretati rispettivamente da Anna Castillo e Alvaro Mel. Margot viene da una famiglia ricca, proprietaria di una prestigiosa catena alberghiera, David è un ragazzo un po’ trasandato che per vivere, fa ben 3 lavori. Il giorno del suo matrimonio, Margot avverte troppa pressione, troppe aspettative e così decide di scappare il più velocemente possibile. (Sul serio, credo corra più veloce di Julia Roberts in “se scappi ti sposo”). David viene lasciato dalla sua ragazza che lo ritiene un infantile buon annulla senza futuro né ambizioni. Dopo aver lasciato il fidanzato sull’altare, questo dice a Margot che ha bisogno di una pausa e di riflettere per almeno 2 mesi. Le sorelle della protagonista la portano in un locale per distrarsi, lo stesso in cui incontra David che fa il barista. A causa di un’incidente i due si rivedranno e penseranno di poter essere amici e magari, aiutarsi a riconquistare i rispettivi partners.

Un racconto perfetto

Difficilmente si può raccontare una buona storia con soli 5 episodi o no? Devo dire che in realtà l’ho trovata molto carina, sì, la caratteristica di base potrebbe essere scontata, lui povero, lei ricca, lei repressa, lui infantile. Ma vi dirò, le cose scontate, a volte sono le migliori. L’evolversi graduale della relazione tra i protagonisti è estremamente dolce. Mostrano timori e insicurezze che potrebbero appartenere facilmente a chiunque di noi. Inoltre la base del loro rapporto si fonda sull’amicizia, il che li rende complici ed è ciò che ho adorato di più forse. La storia scorre in maniera fluida senza cadere nel ridicolo, non ci sono liti eclatanti, né atteggiamenti estremamente infantili. Al contrario, ha un’armonia particolare che consente di godersi anche un’episodio di fila all’altro. Margot e David non sono sdolcinati, ma sono personaggi genuini e un’altra cosa che ho adorato, è stata che lui le abbia fatto capire che lei è completa da sola. Non c’è solo un’equilibrio di coppia, c’è un supporto incondizionato che credo dovrebbe essere essenziale per qualsiasi tipo di relazione, soprattutto in amore.

Il finale in un primo momento, mi ha un po’ spiazzata. Voglio dire, okay, ci sta che si lascino, ma HEY, mi avete detto “un racconto perfetto”. Sì, ci ero rimasta un po’ male, confesso però che non avrei cambiato la mia opinione riguardo questa mini serie. Il dettaglio che concede di vedere “cosa sarebbe successo se” e cosa succede effettivamente, è stato un colpo di scena più che apprezzato. Soprattutto il nome del negozio di David che nel primo caso si chiamava, “Torna, Margarita”, mentre nel secondo “Vola, Margherita”. I paesaggi della Grecia in questo film sono stupendi – e perché negarlo, anche gli alberghi – e hanno contribuito in maniera significativa, dal mio punto di vista, alla storia. Che dir, il titolo è davvero apprezzato! E a voi, è piaciuta? Fatecelo sapere!

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