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Reddito di cittadinanza: ecco cosa ne pensano i partiti.

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reddito di cittadinanza

In vista delle elezioni del 25 settembre uno dei temi maggiormente discussi nel corso delle campagne elettorali è il reddito di cittadinanza.

 I vari schieramenti politici hanno assunto posizioni diverse rispetto questa misura contro la povertà introdotta nel 2019 dal primo governo Conte.

Ecco quali:

Il centrodestra

La coalizione di centrodestra costituita da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati e altri quattro partiti sostiene che l’attuale reddito di cittadinanza debba essere sostituito da misure più efficaci d’inclusione sociale e di politiche attive di formazione e d’inserimento nel mondo del lavoro.

Nello specifico:

Il 17 agosto, la presidentessa di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni pubblicando un post su Facebook ha evidenziato la volontà del suo partito di rimpiazzare il reddito di cittadinanza con “uno strumento a tutela dei soggetti effettivamente fragili: disabili, over sessanta e famiglie con minori a carico privi di reddito”.

La Lega di Matteo Salvini, invece, nel suo programma elettorale ha spiegato che l’obiettivo del suo gruppo politico è di mantenere il sussidio per i «percettori inidonei al lavoro» trasformandolo però in un “ammortizzatore sociale finalizzato all’occupazione” con corsi di formazione, tirocini e contratti stipulati con agenzie del lavoro private con incentivi fiscali e contributivi.

Le proposte del Pd:

Secondo il Partito democratico guidato da Enrico Letta è necessario regolare il reddito di cittadinanza seguendo le indicazioni fornite a novembre 2021 dal Comitato scientifico per la valutazione di tale sussidio. Quest’organismo istituito a marzo 2021 dal Ministero del Lavoro e guidato dalla sociologa Chiara Saraceno, è composto da diversi esperti nell’ambito della povertà e dell’economia. Nello specifico il Pd ha indicato tre proposte fatte dal Comitato:

rivedere i criteri con cui funziona il reddito di cittadinanza che al momento penalizzano le famiglie più numerose con minori;

la possibilità per i percettori di esso di conservare una parte del sussidio nel caso in cui trovino un’occupazione;

la riduzione dei dieci anni di residenza in Italia richiesta per accedere a tale misura contro la povertà.

L’alleanza tra i due partiti; Europa Verde diretto da Eleonora Evi e Angelo Bonelli e Sinistra Italiana con a capo Nicola Fratoianni ,sostiene la difesa e il rafforzamento del sussidio di cittadinanza al fine di creare un vero e proprio reddito universale di base.

Italia Viva e Azione:

Il leader di Italia Viva Matteo Renzi ha abbondato i suoi propositi di abolizione del reddito di cittadinanza mediante un referendum abrogativo, che in base alla legge si sarebbe potuto tenere solo nel 2024 o nel 2025. Il suo programma elettorale, sottoscritto con Azione di Carlo Calenda, reputa necessario consentire alle agenzie private di trovare lavoro ai percettori del sussidio secondo il cosiddetto “Terzo polo”ovvero rendendo possibile alle agenzie private per il lavoro di accedere ai dati dei riceventi al fine di poter affiancare i centri per l’impiego nella ricerca di un’occupazione lavorativa. Le agenzie private devono svolgere colloqui mensili obbligatori con i percettori e il sussidio deve essere rimosso per tutti i non partecipanti agli incontri di lavoro.

Il Movimento 5 stelle:

Anche il Movimento cinque stelle, da sempre promotore principale della misura di sostegno economico contro la povertà, nel suo programma elettorale ha proposto un “rafforzamento del reddito di cittadinanza” da attuare su due fronti: da un lato, con l’introduzione di “misure per rendere più efficiente il sistema delle politiche attive”; dall’altro lato con l’introduzione di un “monitoraggio delle misure antifrode”.

È questo il quadro generico.

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