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Cinema

Il silenzio – la recensione

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Si trova al secondo posto delle serie più viste di Netflix e i fans di Elite avranno fatto a gara per vederla prima degli altri, di cosa stiamo parlando? De “Il silenzio”, la mini serie di 6 puntate con protagonista Arón Piper (Ander in Elite), che veste i panni di Sergio Ciscar, un non più adolescente che ha assassinato i propri genitori. Si tratta di un giallo/thriller spagnolo che non ha solo richiamato la curiosità dei fans e lasciatemelo dire, non ha nulla a che vedere con Elite, anche perché per i miei gusti, è di gran lunga migliore. Ma cerchiamo di capire meglio di cosa stiamo parlando.

Il silenzio – trama

Sergio Ciscar esce di prigione in anticipo dopo aver scontato 6 anni per aver ucciso sua madre e suo padre quando ne aveva 17. Non appena uscito il suo primo pensiero è di ritrovare la persona a cui tiene di più, sua sorella adottiva, Noa. Al contempo una psichiatra, Ana, con una “squadra segreta” ha avviato un progetto di osservazione per spiare il ragazzo h24 e comprendere i suoi comportamenti. Andando avanti, Ana sembra più determinata a mostrare l’innocenza di Sergio che a studiarlo, tutto per una ragione più che determinante.

La recensione

Difficile riuscire a recensire senza fare spoiler…per questo mi auguro effettivamente che voi che siate qui abbiate già visto la serie, così da non rischiare spoiler. Fatta questa promessa, andiamo avanti. Ho trovato la serie piuttosto originale, non c’è un semplice serial killer e non c’è un pazzo qualunque (o malcapitato) che dei dottori vogliono studiare o su cui fare esperimenti. Lo spettatore è spinto a guardare perché vuole effettivamente capire cosa sia successo al protagonista e andando avanti vi sono dei risvolti sempre più sorprendenti. I fans di Elite saranno forse rimasti delusi dal fatto che qui, Aron e Manu Rios (Eneko) non hanno avuto rapporti, se non di odio e per una ragazza condivisa. Non so voi, ma il personaggio di Eneko in effetti non mi è piaciuto per niente. Un po’ leccatrasero (per fare un mix spagnolo) e sicuramente vigliacco e…sì, anche stronzo. La love story tra Sergio e Marta è stata carina, sebbene ho sempre creduto che nessuno dei due fosse realmente innamorato. Ritengo di fatto che lei forse attratta esteticamente, forse anche per la questione del “bello e dannato. D’altro canto, lui teneva a lei perché era l’unico legame che aveva con la sorella.

Se dovessi designare un secondo personaggio interessante e protagonista, sarebbe senza ombra di dubbio la psicologa, Ana, la quale si intuisce da subito la sua ossessione nei confronti di Sergio. Confesso di aver pensato – e ditemi che lo abbiamo pensato tutti su – che fosse psciologicamente, instabilmente, attratta da lui. Una storia di amore tossico – platonico, lo stesso che voleva rifilare a Marta. E poi… colpo di scena, lei conosceva sua madre e ha adottato sua sorella. Le mini serie in genere sono difficili da gestire per le poche puntate a disposiozione ma devo ammettere che questa sia stata davvero bene fatta. Ha il giusto mix di tensione e “giallo”, viene difficile staccarsi fino a quando non si arriva all’ultimo episodio.

 

 

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