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Cronaca

ISTAT: aumenta il divario tra Italia e resto dell’Europa per quanto riguarda l’occupazione delle donne.

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ISTAT: aumenta il divario tra Italia e resto dell’Europa per quanto riguarda l’occupazione delle donne.

In Italia solo quattro lavoratori su dieci sono donne. La conferma arriva con i primi dati sull’occupazione 2021, dati diffusi dall’Istat e dalla Fondazione Moressa.

Si può guardare ad un bicchiere “mezzo pieno”?

Dopo la forte diminuzione del 2020 determinata dalla pandemia, in media nel 2021 l’occupazione è tornata a crescere di 169 mila unità (+0,8% rispetto al 2020).

Il “bicchiere mezzo vuoto” invece ci dice che, se analizziamo il trend di più lungo periodo, le donne continuano ad essere quelle con meno occupazione.

Ma perché succede tutto questo?

Il cosiddetto “divario di genere”, in inglese gender gap, è il misuratore della condizione e della qualità della vita delle donne.

Un indice che riflette non solo il mondo del lavoro, ma anche il mondo intellettuale, culturale, politico, lo stesso mondo della Tv.

Anche questo, ma non solo, è divario (rappresentativo) di genere.

Ma chi è che misura questo gender gap?

Sono essenzialmente due gli indici che misurano il divario di genere nel mondo: il Global gender gap index ed il Social institution and gender index.

Il primo stima paese per paese l’ampiezza del divario tra uomini e donne nelle quattro dimensioni-chiave della Sanità, dell’Istruzione, del Lavoro e della Politica. Il secondo misura, invece, il grado di discriminazione delle donne nella vita sociale di 180 Paesi.

Qual è la situazione divario di genere in Italia?

In Italia né l’istruzione, né la sanità rappresentano un problema per divario di genere. Sono preoccupanti i dati proveniente dall’Istat.

La dimensione politica è quella più critica: le donne sono ancora sotto la soglia minima delle Quote Rosa (40%).  Anche il lavoro è una dimensione del divario che preoccupa. Secondo l’Eurostat, che misura il divario salariale o gender pay gap sulla base della paga oraria netta, in Italia le donne in quanto donne vengono pagate il 5% rispetto agli uomini.

Cosa fare per sopperire a questo “gap”?

Accanto alle intenzioni e alle proposte di legge per l’eliminazione del gender gap, si aggiungerà presto uno strumento, si spera, concreto: la certificazione di parità di genere.

L’obiettivo è quello di incentivare le imprese ad adottare politiche che favoriscano l’occupazione femminile, ad esempio garantendo giuste opportunità di carriera, parità salariale e tutele della genitorialità. Per gli imprenditori e le imprenditrici che otterranno la certificazione saranno previsti incentivi di natura fiscale e in materia di appalti pubblici, per i quali sono già stati stanziati, con la legge di bilancio, 50 milioni all’anno.

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