Viviamo in un mondo in cui ci sono alcune persone che non accettano la libertà di essere se stessi, la libertà di esprimere liberamente il proprio orientamento sessuale. Il mondo LGBTIQ+ è oggetto di disprezzo, pregiudizi, offese e discriminazioni.
Quanti ragazzi o ragazze nascondono la loro identità per timore di non essere accettati o, addirittura, di essere giudicati?
L’omofobia è l’avversione nei confronti delle persone omosessuali, bisessuali e transessuali e, spesso, leggiamo dai giornali, ascoltiamo alla tv episodi a riguardo che si verificano in ogni parte del mondo, che non fanno sconto a nessuno, ragazzi o ragazze, adulti o bambini.
Un episodio di omofobia è stato denunciato a Perugia, dove un giovane ha trovato una scritta “sono gay” sul cofano della sua auto, un altro episodio rimanda ad Arzano dove due ragazze sono state prese a schiaffi perché si stavano baciando, un altro ancora si verificò a Castellammare di Stabia dove, sul lungomare, una coppia di ragazzi gay sono stati aggrediti.
Sono centinaia gli episodi che si verificano nel corso dell’anno e che vengono denunciati all’Arcigay, l’associazione LGBTIQ+ italiana. L’Arcigay dal 1985 si batte per la parità dei diritti, l’autodeterminazione, il superamento di stereotipi e pregiudizi nei confronti delle persone LGBTI, e contro ogni forma di discriminazione.
Opera su tutto il territorio nazionale attraverso i suoi 71 comitati territoriali e associazioni aderenti, grazie alla partecipazione di migliaia di volontar* e attivist*, persone LGBTI e non, che sono mobilitat* per dare concretezza agli obiettivi e alle attività dell’associazione sia a livello locale sia a livello nazionale.
Ma c’è tanto altro da fare per concedere i diritti a chi ancora ha timore di esprimere la propria identità.
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