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Cinema

Lidia Poët – la recensione

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Lidia Poët, un nome che ha segnato parecchio la storia e i movimenti femministi in Italia e nel mondo. Essa fu di fatto la prima donna a entrare nell’ordine degli avvocati italiani. Netflix ha rilasciato da poco sulla piattaforma la serie a lei dedica e si trova attualmente al secondo posto delle serie più viste. Del resto una buona storica con un forte personaggio come protagonista, attira decisamente l’attenzione, giusto? Tuttavia, come accade spesso per questa tipologia di serie, le  storie vengono romanzate, a volte anche in maniera eccessiva, così da rendersi “commerciali” per richiamare il pubblico.

La storia

La storia inizia proprio con Lidia ( interpretata da Matilda De Angelis ) che si trova in atteggiamenti amorosi con un giovane. La prima immagine che si ha di lei è che sia una donna moderna, libertina data l’epoca, indipendente e intraprendente. Le viene affidato il suo primo caso importante, ma è ostacolato da una lettera che le proibirebbe di esercitare l’avvocatura in quanto donna. Nonostante ciò, la giovane farà ricorso in appello e intanto si troverà a lavorare con il fratello, Enrico, anch’egli avvocato. Lì nascerà una storia d’amore tra Lidia e Jacopo, cognato del fratello dell’avvocatessa e unico che pare sostenerla nella sua volontà di essere avvocato. Il mondo invece non riesce a prenderla seriamente, ritenendo che dovrebbe comportarsi da “donna”, pensare alla famiglia e non intromettersi in un’ambiente non consono alle donne. Durante il suo percorso troverà comunque molti sostenitori, ma le beffe saranno sempre più delle lodi. Tuttavia non solo Lidia dimostra intelligenza e furbizia, ma anche un forte spirto di giustizia.

Incongruenze storiche

Come abbiamo già evidenziato, le serie storiche vengono spesso romanzate per rendersi più “appetibili” agli spettatori, soprattutto se introdotte storie d’amore. Se da un lato però “si vendono” dall’altro potrebbero infastidire proprio per l’eccessiva incongruenza. Sappiamo che Lidia non si è mai sposata nella realtà, neanche il fratello a dire il vero, mentre nella serie, quest’ultimo ha addirittura una figlia. Altra caratteristica che forse disturba un po’ lo spettatore, soprattutto se appassionato di storia, è il linguaggio decisamente più vicino al nostro che alla sua epoca, pronunciando insulti che potenzialmente neanche esistevano a quei tempi. Volendo ignorare tutti questi fattori storici tuttavia, la serie è carina e leggera da vedere, con accenni veriteri alla mentalità bigotta di quei tempi. Sarebbe comunque stato più interessante se l’ambiente storico fosse curato maggiormente. Inoltre il personaggio di Lidia può emergere anche da solo e chissà, forse in una seconda serie la vedremo così, in America. Ciò che sappiamo è che il finale lascia uno spiraglio aperto per poter continuare a raccontare la storia Lidia Poet.

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