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Letteratura

“Margherita Dolcevita” di Stefano Benni

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“Margherita Dolcevita” è un romanzo di Stefano Benni, pubblicato da Feltrinelli nel 2005. È la storia di Margherita, soprannominata dal nonno “Dolcevita” per la sua personalità allegra e spigliata. La trasognata adolescente vive in periferia, a un passo dalla campagna, insieme a una famiglia bizzarra ma unita.

La trama di “Margherita Dolcevita”

La vita monotona e terribilmente comune della famiglia di Margherita verrà scombussolata dall’improvvisa comparsa di un cubo di vetro nero nel giardino di fronte: una futuristica villetta. La singolare abitazione si scoprirà appartenere ai signori Del Bene, gli eleganti e misteriosi nuovi vicini, che con il loro fascino stregano la famiglia della ragazzina, fino a farla omologare al loro stile di vita.

Margherita Dolcevita, grazie alla sua intelligenza e a un pizzico di follia tipico della sua giovane età, riesce a restare immune all’incantesimo dei Del Bene. Il loro potere, i soldi, le auto di lusso e l’apparente felicità non riescono a ingannarla: c’è qualcosa che non quadra nei nuovi vicini. Il suo obiettivo sarà riuscire a smascherare il lato oscuro della famigliola ricca e perfetta, e far tornare i suoi cari a essere quelli di sempre.

“Una gigantesca, unica ragione divideva il mondo in quelli che l’avevano, cioè tutti, e gli altri, e cioè tutti.

E io, che sentivo di non avere ragione, cosa avrei fatto?”

La “Dolcevita” degli adolescenti

Questo libro ha avuto su di me lo stesso effetto dell’incantesimo che i Del Bene sembrano aver fatto alla famiglia di Margherita. Ne sono stata rapita fin dalla lettura delle prime pagine, ormai qualche anno fa, quando avevo più o meno la stessa età della formidabile protagonista. “Margherita Dolcevita” racconta l’adolescenza con dolcezza, abolendo i giudizi e gli stereotipi che solitamente appartengono al linguaggio degli adulti.

È una terra di mezzo tra sogni infantili, ambizioni che sembrano irraggiungibili, insicurezze, i primi approcci all’amore e al sesso, i punti di riferimento familiari che iniziano a vacillare, e quel “mondo dei grandi” che tanto spaventa. Stefano Benni riesce magistralmente a costruire un personaggio che incarna a pieno tutti questi aspetti, e che riesce a far riflettere il lettore indipendentemente dall’età.

“Perciò io, che sono una bambina in scadenza, penso:

a) Che i grandi non hanno più nulla da insegnarci;

b) Che sarebbe meglio se noi prendessimo le decisioni, e temi scolastici contro la guerra li scrivessero loro;

c) Che dovrebbero smettere di fare i film in cui la giustizia trionfa e farla trionfare subito all’uscita del cinema.

Ebbene sì, sono polemica.”

Un finale inaspettato

Leggere “Margherita Dolcevita” è un viaggio filosofico, un safari alla scoperta dei nostri pensieri. La scrittura apparentemente leggera cela un’enormità di significati nascosti, centinaia di inneschi pronti a esplodere a scoppio ritardato nella mente del lettore. Mi è capitato spesso, anche dopo averlo riletto più volte, di essere colta alla sprovvista da un ricordo collezionato tra le pagine di quello che considero il capolavoro di Benni. Ho dovuto interrompere quello che stavo facendo, fermarmi e restare da sola con le mie riflessioni.

Il lettore che arriva al finale della storia di Margherita e ne rimane deluso, non deve darsi per vinto. Ho avuto la stessa impressione quando l’ho letto per la prima volta, e sono rimasta spiazzata dall’epilogo della missione della piccola sognatrice. E poi? Che succede? Lo credevo un finale troppo vago, aperto a mille possibilità, senza dettagli in più che morivo dalla voglia di sapere. E rileggendolo, una, due, tre e anche più volte, ho finalmente capito.

“Margherita Dolcevita” non è un libro che vi darà risposte. Stefano Benni vi condurrà alla scoperta di un mondo terribile, distrutto, senza fantasia e spaventosamente cupo. Il nostro. In un’epoca di consumismo e ostentazione, Margherita ci ricorda che l’unica cosa che conta è restare fedeli ai propri sogni e avere il coraggio di andare controcorrente, perché non è tutto oro quel che luccica.

 

“Ah – sospira – se ci fosse un cacciavite per togliere le idee sbagliate e un martello per fissare le buone intenzioni, una chiave inglese per stringere per sempre l’amore e una sega per tagliare col passato!

Ma questa attrezzeria non ce l’hanno data, e dopo aver tentennato e scricchiolato, prima o poi ci romperemo”

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