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Cultura

La saga di Yohnna // RECENSIONE

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Yohnna

“Sono i nostri demoni che ci rendono quello che siamo, diceva mia madre. Quanto aveva ragione.”

Quando tutto sembra perduto, talvolta il destino ci costringe a fare una capriola e ci mette davanti a nuove sfide e bizzarre possibilità – e questo è ciò che capita anche a Yohnna, arrotino protagonista della storia fantastica firmata da Andreina Grieco, che, a un passo dalla morte, per errore libera un potentissimo e sadico Jinn, Horéb, detto il Baluardo dei Deserti.

Immersa in un’atmosfera da Le mille  una notte, tra colpi di scena, tenerezze inaspettate e problemi giganteschi, l’autrice nei due volumi che compongono la saga porta un pizzico di ironia campana tra le sabbie del deserto, mentre accompagna l’irriverente Yohnna alla ricerca del suo posto nel mondo.

L’arrotino riuscirà a trovarlo? O il suo personalissimo demone blu gli renderà la vita un inferno?

Yohnna e il baluardo dei deserti

Yohnna, figlio nato da una violenza subita da una donna ricca e caduta in disgrazia, sa bene che la vita è ingiusta – trattato come un reietto, il giovane arrotino riesce a stento a sbarcare il lunario e spesso si ritrova nei guai. Quando, nel corso di una delle sue disavventure, per errore libera il Jinn Horéb pensa che la sua ora sia giunta: come ribadisce lui stesso, il gigantesco demone blu ama il sapore della carne umana e potrebbe divorarlo in un boccone. Inaspettatamente, però, il Jinn in virtù di un giuramento lo risparmia e gli concede tre desideri…

Questo primo volume, narrato in prima persona da Yohnna e Horéb, è un’avventura divertente, piena di scambi sagaci tra i due protagonisti che, da soli, ne valgono la lettura. È evidente che Andreina Grieco conosca bene i luoghi dove ha deciso di ambientare il suo romanzo, come pure è palese il trasporto che prova per i suoi personaggi, un amore che traspare a ogni battuta e nella cura che ha messo nella stesura di questa storia.

Yohnna e il baluardo dei deserti mette le basi per un universo fantastico che promette di essere ben più ampio di quanto queste pagine mostrino – e infatti, già con il secondo volume della saga, scopriamo nuove creature e nemici anche più minacciosi di quelli presenti in questo capitolo.

Yohnna e le lacrime di Israfil

Yohnna è ormai un giovane uomo e, anche se non lo ammette nemmeno a se stesso, desidera una compagnia diversa da quella dell’orribile Jinn che lo tormenta ormai da anni: l’arrotino desidera una compagna e una famiglia. Ma chi, si chiede, sopporterebbe una vita tormentata da demoni e maledizioni?

Anche se in questo secondo capitolo si sente l’assenza di Samila, la sorellastra guerriera di Yohnna la cui storia è stata accantonata(che personalmente spero di ritrovare in qualche spin-off), la ladra truffatrice Janin si rivela essere un personaggio altrettanto interessante: ironica, furba e bellissima, è la controparte femminile di Yohnna, perfetta per questa storia in cui, oltre ai Jinn e ai maghi, fanno la loro comparsa anche Angeli e adoratori del diavolo.

La penna dell’autrice qui si fa più agile, la storia diventa liquida e scorre veloce e, pur rimanendo un romanzo d’avventura, sfiora temi emotivamente più profondi di quelli affrontati nel primo volume. Riuscirà Yohnna a sopravvivere anche questa volta? E riuscirà a realizzare il suo desiderio di avere una famiglia – una moglie, dei figli… e un padre?

Per scoprirlo, non devi fare altro che leggere la sua storia. 

“Ci si abitua in fretta alle sbarre, fin quasi a vederle davanti agli occhi anche quando non ci sono.”

Perché leggere la saga di Yohnna?

1. Una storia leggera e divertente dall’ambientazione insolita, che piacerà a tutti coloro che, da bambini, hanno amato Salgari;

2. I battibecchi tra Yohnna e Horéb valgono da soli la lettura della saga;

3. Leggendo entrambi volumi, si apprezza la maturazione dello stile dell’autrice.

 

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