Una storia con la frase “Quant’è bello quando brucia Tel Aviv” pubblicata su Instagram dagli studenti di alcuni collettivi scolastici, come Kurva Manzoni Antifa, gruppo di supporto alla squadra di calcetto del Liceo Manzoni di Milano, ha scatenato una controversia nella comunità studentesca. La storia includeva una foto di palestinesi in festa dopo un attacco a Israele.
La risposta del collettivo scolastico “Kurva Manzoni Antifa”
Il Liceo Manzoni è storicamente frequentato da numerosi studenti di religione ebraica, e questa pubblicazione ha suscitato polemiche e preoccupazioni tra i genitori e la comunità ebraica locale. In risposta, il collettivo studentesco ha tenuto un’assemblea per chiarire la propria posizione. Hanno sottolineato che le parole offensive non sono loro e che i giornali hanno attribuito tali affermazioni ad altre pagine social che non sono connesse al loro gruppo.
Nel comunicato diffuso durante l’assemblea, il collettivo ha condannato qualsiasi forma di guerra e ha sottolineato che le sofferenze e i bombardamenti subiti dai palestinesi non ricevono spesso abbastanza attenzione dai media occidentali. Hanno, tuttavia, ribadito la condanna del conflitto, che colpisce principalmente i civili. Hanno anche sottolineato che essere antisionisti non equivale all’antisemitismo.
Coinvolti altri collettivi scolastici
Alcuni altri collettivi e gruppi di studenti hanno condiviso messaggi simili. Ad esempio, il collettivo Severi Correnti ha pubblicato una foto su Instagram di ribelli palestinesi che esultavano su un veicolo militare. Nel frattempo, il collettivo A.112, composto da studenti dell’Educandato Setti Carraro, ha condiviso la stessa immagine con il testo: “Palestina vive! Resistenza vive!”.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha reagito con fermezza, annunciando che verrà effettuata un’ispezione nelle scuole coinvolte per verificare se ci sono episodi di incitamento all’odio razziale. Ha dichiarato che chiederà alla Procura della Repubblica di avviare un’indagine per perseguire eventuali responsabili di incitamento all’odio razziale.
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