Eitan Biran, il piccolo sopravvissuto alla tragedia del Mottarone, deve tornare in Italia dove c’è la sua residenza abituale. A stabilirlo la giudice del Tribunale della famiglia di Tel Aviv, Iris Ilutovich Segal in una nota scrive: “Il Tribunale non ha accolto la tesi del nonno che Israele è il luogo normale di vita del minore nè la tesi che abbia due luoghi di abitazione”.
La giudice, inoltre, ha imposto che il nonno materno del bambino, Shmuel Peleg, paghi le spese processuali pari a 70 mila shekel (oltre 18mila euro). L’uomo, senza permesso, aveva portato il bambino con sè in Israele, prelevandolo a casa della zia Aya Biran a Pavia.
Secondo la giudice: “Con l’arrivo in Israele il nonno ha allontanato il minore dal luogo normale di vita. Un allontanamento contrario al significato della Convenzione e che, così facendo, ha infranto i diritti di custodia della zia sul minore stesso”.
I legali della famiglia di Aya Biran hanno commentato la sentenza: “Pur accogliendo con soddisfazione la sentenza della giudice Ilutovich crediamo che in questo caso non ci siano nè vincitori nè vinti. C’è solo Eitan e tutto quello che chiediamo è che torni presto a casa sua, ai suoi amici a scuola, alla sua famiglia, in particolare per la terapia e gli schemi educativi di cui ha bisogno”.
Il legale civilista Cristina Pagni, che in Italia rappresenta Aya Biran, ha dichiarato: “Io e la collega Grazia Cesaro siamo contenti per la decisione favorevole del Tribunale di Tel Aviv e del fatto che i principi e lo spirito della Convenzione dell’Aja abbiano trovato applicazione. Aspettiamo di capire quando sarà possibile il rientro del bimbo in Italia, lo sapremo forse in serata”.
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