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Cronaca

Questo non è un mondo per le donne.

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Quella vissuta dalla giornalista Greta Beccaglia non è “solo” molestia, è una vera e propria violenza sessuale. Identificato l’uomo.

Immaginate di essere una donna di 27 anni che hai il sogno di essere una giornalista, una donna che cerca di fare bene il suo lavoro ma ritrovarsi nelle condizioni peggiori nel svolgerlo.

Nella domenica in cui la Serie A rinnova l’adesione alla campagna di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne, nel week-end dei calciatori che vanno in campo col segno rosso sul viso a corredo dell’iniziativa, succede che una giornalista sia palpeggiata all’esterno dello stadio mentre svolge il suo lavoro.

È successo a Greta Beccaglia che si trovava all’esterno dello stadio “Castellani” di Empoli. Era lì per Toscana TV a raccogliere le reazioni dei tifosi al termine dell’anticipo di campionato vinto dalla squadra di Andreazzoli (2-1) con la Fiorentina. Da studio le danno la linea, il collegamento parte, alle spalle della reporter si notano gli spettatori che lasciano l’impianto. Uno di loro le si avvicina e, mentre le passa affianco, allunga la mano e le palpeggia il sedere.

“Non puoi fare questo”, la reazione pacata della giornalista in diretta tv mentre da studio il collega la invitava “a non prendersela”. Queste sono “esperienze formative.” Come se fosse colpa sua. Come se fosse un torto, un eccesso di suscettibilità, rimproverare qualcuno che ti ha messo le mani addosso senza alcun motivo. Come se ribellarsi a quell’atto così cafone e da maleducato fosse un’esagerazione.

Non è un “episodio sgradevole” quello accaduto nel post partita del derby tra Empoli-Fiorentina. È l’ennesima violenza perpetuata ai danni di una donna. Cosa è successo? Greta Beccaglia, giornalista impegnata a raccogliere le parole dei tifosi fiorentini dopo la sconfitta contro l’Empoli, vittima di un episodio di violenza sessuale.

Beccaglia è un giovane giornalista e conduttrice televisiva del programma sportivo A tutto gol su Toscana tv, insieme a Giorgio Micheletti. Una professionista.

Un aspetto che deve essere passato inosservato all’uomo che ha deciso di molestarla mentre la giornalista stava facendo il suo lavoro, microfono in mano e telecamera accesa, in diretta, puntata contro. Il molestatore non si è vergognato neanche di finire in diretta in televisione.

Fin qui la cronaca di quel brutto gesto, irrispettoso e “inaccettabile”. Così lo definirà la giornalista definirà nello sfogo condiviso sui social attraverso le stories pubblicate su Instagram. “Non è stato un collegamento molto bello per me – le parole di Beccaglia -. Ho provato anche ad andare avanti e a sorridere. Adesso invito tutti quelli che riconoscono la persona che si è comportata in quel modo a scrivermi anche in privato così la denuncio”.

Cosa è successo al molestare?

Il molestatore non è stato seguito dalla videocamera e non è stato neanche ripreso dal conduttore in studio, Giorgio Micheletti. Non c’è stata denuncia da parte dei colleghi di molestia e non è stata trattata come tale.

Greta Beccaglia è stata lasciata sola a difendersi, mentre dallo studio provenivano frasi quasi accondiscendenti come: “Non te la prendere”. Un tentativo di minimizzare quanto accaduto, invece di denunciarlo e allontanarsene il più possibile. Anzi, la diretta si conclude dopo la seconda molestia, dopo la risata nervosa di Beccaglia, con l’invito di Micheletti di “chiudiamo così puoi reagire”.

Un atteggiamento, quello di Micheletti, che non è passato inosservato e che è stato condannato dallo stesso Ordine dei Giornalisti della Toscana. Le parole del presidente, Giampaolo Marchini:
Un episodio preoccupante, avvenuto nei giorni in cui è massima l’attenzione alla lotta alla violenza di genere. Ho chiamato Greta per darle la solidarietà di tutto il Consiglio. Chi era in studio, invece di condannare il gesto, ha però invitato la collega a ‘non prendersela’. Un atteggiamento incomprensibile.”

Oltre alla solidarietà, che arriva in maniera piuttosto omogenea, la richiesta di Greta Beccaglia è di far girare il video della diretta nel tentativo d’individuare l’uomo e denunciarlo. Un privilegio che Beccaglia può esercitare, perché appunto l’intero mondo giornalistico e calcistico si sta attivando su quanto accaduto, ma che in un altro frangente non sarebbe stato possibile; pensiamo a tutte le donne che non riescono o non possono denunciare. Per questo tale violenza risulta ancora più inaccettabile oggi, nel 2021, a pochi giorni dalla giornata contro la violenza sulle donne.

Identificato il tifoso che ha molestato Greta Beccaglia, uno di loro ci mette la faccia: “Per favore ritira la denuncia”

Il tifoso della Fiorentina che ha molestato Greta Beccaglia ha un volto e un nome, la polizia di Empoli lo ha identificato. Denuncia effettuata, il reato ipotizzato è molestie. E sui social uno dei molestatori si fa vivo.

Il tifoso della Fiorentina che ha molestato Greta Beccaglia ha un volto e un nome. Le sue generalità al momento non sono state rese ancora pubbliche ma la polizia di Empoli lo ha identificato incrociando il video della diretta di sabato sera all’esterno dello stadio “Castellani” con altre immagini. La giornalista di Toscana TV ha effettuato la denuncia e adesso si attende il rapporto in Procura per capire quale sarà il reato che gli verrà contestato, quali saranno i capi d’imputazione dai quali dovrà difendersi e soprattutto cosa rischia a livello penale per quel brutto gesto.

Quello ipotizzato per adesso è molestie. Nella serata di ieri, come riporta Il Messaggero, uno dei sostenitori – spaventato dalle conseguenze e dal clamore della notizia – si sarebbe manifestato sui social temendo proprio per l’azione legale da parte della reporter. “Ti chiedo umilmente scusa in pubblico per averti molestato in quella maniera – si legge nel messaggio -. Per favore ritira la denuncia, come vedi ci ho messo la faccia“.

La vicenda Beccaglia ha fatto molto discutere anche per la paradossale coincidenza dei fatti con la giornata di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne in Serie A. In campo i calciatori sono scesi con un segno rosso sul viso, all’esterno invece le cose sono andate diversamente, nel peggiore dei modi. Insulti sessisti, mani addosso (“mi hanno toccato anche nelle parti intime”) e lo schiaffo sul sedere (“non puoi fare questo”, la reazione a microfoni accesi della donna) hanno scandito quegli attimi di rabbia e profondo disagio per lei che li ha subiti.

Il racconto dell’episodio fatto dalla reporter è avvenuto in diversi momenti nell’arco di poche ore: prima la narrazione attraverso le stories di Instagram condivise poco dopo poi la dovizia dei dettagli che fanno parte del corredo mediatico. A cominciare da quel “non te la prendere” raccomandatele da studio durante il collegamento. E ancora “colpa del tuo abbigliamento“, altra frase inaccettabile che sottolinea ignoranza e muro di pregiudizi contro la quale la reporter s’è dovuta scontrare. “La cosa peggiore – ha ammesso la giornalista – è stata anche un’altra… vedere che altre persone che hanno assistito alla scena ma nessuno ha fatto niente“.

 

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