Giovedì 21 luglio uno studente di trent’anni iscritto alla facoltà di medicina in lingua inglese dell’Università Degli Studi di Pavia ha posto fine alla propria vita nel collegio dell’Edisu (l’Ente per il diritto allo studio universitario) presso cui alloggiava.
A comunicare la notizia è stato proprio il ragazzo che prima di togliersi la vita ha programmato l’invio di due mail una al rettore dell’ateneo Francesco Svelto e una alla redazione del quotidiano “La provincia pavese” nelle quali ha spiegato le motivazioni che l’hanno spinto a compiere il gesto estremo.
Il movente del suicidio
Stando a quanto dichiarato dal giovane nelle lettere, vere e proprie critiche nei confronti del sistema di crediti necessari a passare all’anno accademico successivo, il movente del suicidio è stato il timore di perdere il diritto alla borsa di studio e il posto nello studentato per aver sostenuto un esame in ritardo.
Infatti, nel Corso Harvey di medicina dell’università pavese è obbligatorio superare tutti gli esami annuali entro il 20 dicembre, altrimenti non ci si può iscrivere all’anno universitario seguente mentre il ragazzo è riuscito a superarli tutti soltanto a gennaio.
È emerso che il giovane soffrisse già da tempo di depressione. La famiglia del trentenne sconvolta ha chiesto riservatezza.
Le parole del rettore
Queste le parole del rettore Svelto :“il dolore per una tragedia di questo tipo prevale su tutto. Nel merito di quanto scritto dallo studente ero già intervenuto in passato. Quello che posso fare sui regolamenti è sensibilizzare i colleghi , e che il tema sia affrontato seriamente anche in commissione paritetica”.
Quella di questo studente è l’ennesima vita distrutta da un sistema universitario meccanico che non tiene minimamente conto delle difficoltà anche psicologiche che possono avere i ragazzi nel rispettare le tempistiche prestabilite per il superamento di tutti gli esami.
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