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Ucraina: salta l’accordo sul grano

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Mosca ha fatto saltare l’accordo sul grano. “Gli accordi sul mar Nero” ha infatti dichiarato il portavoce del Cremlino Peskov “hanno cessato di essere validi oggi.” Per riattivare l’accordo la Russia chiede che le sanzioni per l’esportazione di cereali e fertilizzanti vengano sospese, nonché che la Banca Agricola russa venga riconnessa al circuito Swift.

Stop all’accordo sul grano: le reazioni della comunità internazionale

Si tratta di una vera doccia fredda per la comunità internazionale – fino a ieri Erdogan, che ha ricoperto il ruolo di mediatore, si diceva ottimisticamente convinto del fatto che Putin volesse rinnovare l’accodo – e le reazioni non si sono fatte attendere. Gli Stati Uniti hanno definito il mancato accordo come “un atto di crudeltà” da parte dei russi, mentre l’Unione Europea, per voce di Ursula von der Leyen, ha garantito l’impegno dell’Unione per assicurare la sicurezza alimentare a tutte le persone vulnerabili del pianeta.

L’Ucraina accusa la Russia di aver fatto questa mossa al solo scopo di far impennare ovunque i prezzi. Zelensky ha affermato che l’esportazione di grano andrà comunque avanti, anche senza Mosca – tuttavia è difficile capire come potrà mantenere questa promessa. “Siamo già al lavoro” rende noto il ministro degli esteri italiano Antonio Tajaniper soluzioni alternative”.

Quali saranno le conseguenze del mancato accordo?

Appena la notizia del mancato accordo si è diffusa, le quotazioni dei cereali sono balzate in avanti. L’anno scorso, dopo la stipulazione dell’accordo, i prezzi erano scesi del 20% – adesso, secondo l’analisi svolta da Coldiretti, sui mercati mondiali mancheranno 32,8 tonnellate di grano, mais e olio di girasoli.

Ma non si tratta solo di prezzi in salita: la decisione della Russia potrebbe condurre a un cospicuo aumento dei flussi migratori, anche verso l’Italia, da parte delle persone che abitano nei 53 Paesi in cui, stando ai dati dell’ONU, la popolazione è costretta a spendere il 60% o più delle proprie risorse per nutrirsi. Inoltre, nella stessa Italia – ma anche in Spagna e Portogallo – a causa delle condizioni meteo non ottimali quest’anno si produrrà oltre il 60% in meno di grano rispetto al 2022: sarà verosimilmente il peggior raccolto dal 2007. E non si tratterà soltanto di quantità, ma anche di qualità.

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