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Cronaca

Un uomo violenta la figlia di 8 anni e la costringe a guardare cartoni pornografici

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Violenta la figlia di otto anni

Prima nega dinanzi alla moglie, poi ammette le sue colpe: 48enne rom finisce a processo per aver violentato la figlia di otto anni. 

Un incubo durato cinque anni

Un 48enne di origini rumene è stato accusato di violenza sessuale aggravata ai danni della figlia minorenne. Un incubo durato per quasi un lustro, da quando la bambina aveva soli otto anni. Le violenze si ripetevano due o tre volte al mese, allorquando i due restavano da soli in casa. I primi episodi risalgono all’anno 2013, sono proseguiti fino al 2018.

Corruzione di minori

Oltre all’accusa di violenza, il padre orco dovrà rispondere anche di corruzione di minore, in quanto obbligava la piccola al silenzio: «È un segreto, non dirlo a nessuno. È una cosa nostra» le diceva…e non è finita qui, purtroppo.

Da quanto è emerso dalle indagini, pare che l’uomo la obbligasse anche a vedere video di cartoni pornografici – con personaggi nudi che assumevano comportamenti sessualmente espliciti – “tenendole la testa girata quando la bambina provava a distogliere lo sguardo, al fine di indurla a subire nuovi atti sessuali”, si legge negli atti della Procura.

”Mi violentava quando ero piccola”

Gli episodi di violenza sono stati scoperti solo nel 2020, grazie al giovane fidanzato dell’ormai ragazza. I due, durante il processo, hanno raccontato com’è venuto fuori l’argomento: era il periodo estivo, passeggiavano per le vie di Villa Doria Pamphili quando lui le ha chiesto perché fosse così fredda nei suoi confronti.

«Che vuoi che ti dica? Mio padre mi violentava quando ero più piccola» ha risposto la ragazza, negando poi la sua stessa ammissione e facendola passare per una battuta. Ciò tuttavia non ha convinto il fidanzatino, che ha conservato le sue perplessità fino al periodo invernale, quando ha deciso di affrontare nuovamente l’argomento. La ragazza, a questo punto, ha confessato quanto accaduto negli anni.

Prima nega, poi confessa

La vittima ha deciso così di affrontare l’argomento con la madre e la sorella più piccola che, ascoltando il racconto, è scoppiata in un pianto: «Non voglio parlarne» ha risposto quando le è stato chiesto il perché di questo suo comportamento.

Venuta dunque a conoscenza della verità dei fatti, la madre si è confrontata col marito, che in un primo momento ha negato e successivamente  confessato: «È successo solo quando ero ubriaco e poi saranno state al massimo un paio di volte in due anni», avrebbe detto l’uomo.

L’uomo finisce a processo

Madre e figlia hanno deciso di rivolgersi ad un’associazione che si occupa di abusi e maltrattamenti. Nell’immediato è scattata la denuncia al Nucleo Operativo della Squadra Mobile.

L’uomo è finito a processo, la ragazza si è costituita parte civile. Vani, per fortuna, i tentativi della famiglia del padre di far ritrattare le dichiarazioni: «Devi dire che papà ti faceva solo il solletico, o lo manderanno in galera e sarà solo colpa tua».

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