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Cronaca

Vaccini: i ventenni sono più vaccinati degli over50

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campagna vaccinale

Il messaggio che i giovani stanno dando alle altre generazioni, nel periodo difficile che stiamo affrontando, è importante.

La campagna vaccinale lo attesta chiaramente: tra i ventenni solo il 14,26% non ha ricevuto neanche una dose, mentre il 7,34% ha fatto la prima ed è in attesa della seconda. Tra i cinquantenni, invece, a mancare all’appello è il 14,32% della popolazione, mentre il 3,95% attende di ricevere la seconda dose.

Se poi scendiamo ancor di più nel particolare, considerando altre fasce d’età, notiamo che nella fascia 30-39 anni il 19,28% non ha ancora ricevuto neanche la prima dose, percentuale che scende leggermente, al 18,62%, nella fascia 40-49 anni. Discorso opposto per quanto riguarda le fasce d’età più alte: tra i sessantenni l’89,16% ha ricevuto almeno una dose, tra i settantenni il 92,08% e tra gli ultraottantenni il 95,04%.

In generale la fascia 20-29 anni ha risposto fin da subito positivamente e senza opposizioni alla campagna vaccinale: questo perché forse proprio i ventenni sono i soggetti maggiormente colpiti dagli effetti negativi di questa pandemia.

Bloccati in casa, senza la possibilità di andare in Università, o di cercare lavoro, o di vedere i propri affetti: i ragazzi hanno sentito immediatamente come urgenza la necessità di ritornare alla normalità.

Davide Bennato, sociologo dei media digitali dell’Università di Catania, al riguardo ha detto: “I ragazzi parlano della vaccinazione sui loro social come Tiktok o Instagram ma senza contrapposizioni, in generale sono a favore. In molti non capiscono che la pandemia per loro ha rappresentato un tale cambiamento personale, ha avuto un tale impatto sulla socialità, da spingerli a fare qualcosa in prima persona. Sono stati coinvolti. I cinquantenni in qualche modo sono più cinici e distaccati rispetto al problema”.

A questo bisogna aggiungere che essere ragazzi significa essere anche nipoti e abbiamo purtroppo constatato che gli anziani sono i soggetti più a rischio di fronte al virus. Forse nella risposta positiva alla campagna vaccinale c’è anche senso di protezione nei confronti della propria famiglia e senso di responsabilità nei confronti di una società che spetta proprio a loro costruire.

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