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3 libri da leggere in occasione del giorno della memoria

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Ogni anno il 27 gennaio si celebra La Giornata della Memoria per commemorare non solo gli ebrei vittime della Shoah, ma anche tutti coloro che furono perseguitati dal Terzo Reich per motivi politici o di razza: rom, disabili, omosessuali, testimoni di Geova, oppositori politici, affinché non si ripetano mai più i crimini contro l’umanità commessi dal regime nazista.

Diversi i libri che contengono testimonianze dirette di quanto accaduto, che proprio per questo meglio di tutti possono testimoniare la verità.

Il diario di Anna Frank

Anna Frank era una ragazzina tedesca di origini ebraiche, nata in Germania e trasferitasi successivamente ad Amsterdam, per scappare alla politica antisemita di quegli anni. Per sopravvivere ai nazisti, si nascose insieme a tutta la sua famiglia in un rifugio ricavato nel retro della fabbrica del padre, ancora visitabile ad Amsterdam.
Grazie al Diario di Anna Frank ci viene quindi offerta l’impagabile testimonianza storica della condizione degli ebrei perseguitati dal nazismo, ma anche la storia di una giovane adolescente nel corso della sua formazione e del suo ingresso nella vita.

Se questo è un uomo di Primo Levi

Primo Levi fu catturato nel 1943 e scrive questo romanzo, come dice lui stesso, per ricordare, per far sì che nessuno possa dire che tutto questo non sia mai avvenuto. Lo scrittore usa una forma di racconto simile alla cronaca e ci racconta la sua esperienza nel campo di concentramento di Monowitz, uno dei campi situati vicino al più famoso campo di Auschwitz, dalla deportazione alla fine della sua prigionia, avvenuta con la liberazione e l’apertura del campo di Auschwitz da parte delle truppe sovietiche.

La banalità del male, Hannah Arendt

Com’è stato possibile commettere tutto quel male? Durante il processo di Norimberga, furono condannati ventiquattro dei più importanti gerarchi nazisti. Tra i molti osservatori del processo c’era la filosofa Hannah Arendt, che voleva capire come un uomo avesse potuto prendere parte agli orrori dell’Olocausto. La scrittrice si interroga sull’insensatezza del male.

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