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Costume e Società

La Francia vieta ufficialmente le terapie di conversione

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CONVERSIONE

Mentre in Italia i politici applaudono per l’affossamento del DDL Zan, nel resto d’Europa sono sempre più i Paesi che si muovono a tutela della comunità LGBTQ+. La Francia ha ufficialmente vietato le terapie di conversione, intese come “pratiche, comportamenti o commenti reiterati volti a modificare o reprimere l’orientamento sessuale o l’identità di genere, veri o presunti, di una persona e aventi l’effetto di nuocere al suo fisico o salute mentale”. Nonostante non si abbiano dati più precisi per determinare la frequenza con cui accade il fenomeno, una relazione parlamentare del 2019 stimava circa un centinaio di casi recenti.

Conseguenze della nuova legge

La legge, ora approvata definitivamente ma già votata il 14 dicembre 2021, è passata con 305 voti a favore e 28 contrari. I trasgressori potranno essere puniti con la reclusione fino a due anni e con multe che arrivano a un massimo di 30mila euro. Con l’approvazione di questo divieto, la Francia segue l’esempio di nazioni come il Brasile, l’Ecuador, Malta, l’Albania e la Germania. Attualmente, altri undici Paesi, tra cui Nuova Zelanda, Canada, Finlandia, Regno Unito, Messico e Spagna, hanno avviato l’iter per approvare una legge simile contro le terapie di conversione.

È stata Laurence Vanceunebrock, deputata del partito del presidente Macron, La République en Marche, a presentare il nuovo disegno di legge. La novità introduce un nuovo tipo di reato, che precedentemente poteva essere denunciato solo come ‘molestia morale’ o ‘pratica illegale della medicina’. Ma ciò non bastava: infatti, i sostenitori della legge sono del parere che un reato specifico servirà a dare il giusto peso al fenomeno, che dovrebbe essere illegale già da tempo. Inoltre, la pena da scontare si alzerà ancora nel caso in cui le vittime delle terapie di conversione siano minorenni: la reclusione potrà arrivare a tre anni e la multa a 45mila euro.

“Nessuno potrà più pretendere di essere in grado di curare le persone LGBT”, ha dichiarato la Vanceunebrock. Invece Macron ha twittato: “Queste pratiche indegne non hanno posto nella Repubblica. Perché essere se stessi non è un crimine, perché non c’è niente da curare”.

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