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Russia: il governo considera le persone LGBTQ+ malate di mente e vieterà le transizioni di genere

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A partire da oggi, la Russia ha ufficialmente dichiarato l’omosessualità come un disturbo psicologico e una malattia mentale, mentre la transizione di genere è stata vietata per legge.

Russia: Putin contro l’omosessualità

Questa decisione, presa personalmente da Vladimir Putin, ha portato alla creazione di un istituto di ricerca dedicato allo studio del “comportamento sociale” delle persone LGBTQIA+. Secondo quanto rivelato dal Ministro della Sanità, Mikhail Murashko, durante una sessione alla Duma, l’istituto sarà un’estensione del Centro di Psichiatria e Marcologia Serbsky, noto per il suo passato di diagnosi errate e tortura nei confronti dei dissidenti sovietici.

Questa mossa arriva dopo la censura di stato, che ha vietato ogni discussione aperta riguardo ai temi LGBTQIA+, e rappresenta l’atto finale nella definizione delle persone LGBTQIA+ come malate mentali. In passato, era persino vietato pronunciare la parola “gay“, con una pena fino a 15 anni di prigione, anche per gli stranieri. Lo scorso dicembre, Putin ha firmato un decreto per censurare tutti i siti web con contenuti LGBTQIA+.

Da oggi in poi, persino coloro che desiderano vivere la propria identità LGBTQIA+ in modo privato rischiano di essere considerati malati dallo stato russo e potrebbero essere sottoposti a trattamenti sanitari coercitivi. Inoltre, l’istituto di ricerca del Ministero della Salute russo studierà le persone al fine di sviluppare metodi psichiatrici per identificare la condizione LGBTQIA+ delle persone.

Questa nuova politica in Russia rappresenta un grave attacco ai diritti umani e alla dignità delle persone LGBTQIA+, generando preoccupazione e indignazione nella comunità internazionale.

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