A causa del conflitto scoppiato in Ucraina, l’Unione Europea ha colpito la Russia con diverse sanzioni, rendendola sempre più isolata dagli altri Paesi, due in particolar modo riguardano le banche russe.
Gli attivi esteri della Banca centrale russa saranno congelati. Le transazioni finanziarie con la banca centrale saranno vietate, riducendo così il potere economico della Russia.
Più del 70% delle 300 banche russe saranno escluse da SWIFT, il più grande sistema di elaborazione bancaria del mondo, utilizzato da 6.600 istituzioni finanziarie attraverso il quale viene effettuata la maggior parte dei trasferimenti. Il divieto esclude a tutti gli effetti le banche russe dal commercio internazionale.
IL RISCHIO CHE CORRONO LE BANCHE ITALIANE
Secondo Milano Finanza, però, a causa di queste restrizioni economiche, le banche italiane e francesi, presenteranno un rischio diretto ed elevato.
Il maggior rischio, tra le banche coperte dal broker, lo corre Unicredit. Berenberg dichiara che: “Stimiamo che svalutando tutte le esposizioni russe e ucraine Unicredit dovrebbe affrontare un’erosione del 12% del Tnav e un calo di 150 pb rispetto del suo coefficiente patrimoniale Cet1. Ci aspettiamo che dia priorità alla distribuzione del capitale. Stimiamo un 9% e 100 punti base per Société Générale, 8% e 100 punti base per Crédit Agricole, 7% e 110 pb per Intesa, 5% e 80 pb per Ing e 5% e 70 pb per Commerzbanck”.
Secondo il broker, lo status di “rifugio sicuro” delle banche nordiche è leggermente compromesso dall’esposizione al Baltico: le banche nordiche hanno storicamente sovraperformato durante le crisi. Se le esposizioni verso la Russia e l’Ucraina sono limitate, le esposizioni all’area baltica possono destare qualche preoccupazione per i legami commerciali con i russi, esportazioni ed importazioni. I passivi sul conto economico delle grandi aziende e delle banche sarebbero nell’ordine di miliardi di euro.
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