L’universo ha voce? L’universo respira?
Una risposta a queste domande finalmente è arrivata dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Cagliari e dell’Università di Milano Bicocca. Grazie a una tecnica per la rilevazione delle onde gravitazionali, gli studiosi sono riusciti a tradurre il suono che emettono le deboli increspature causate dal movimento dei buchi neri. Il risultato è stato pubblicato su The Astrophysical Journal Letter e ha coinvolto anche scienziati dello European Pulsar Timing Array (Epta).
Il respiro dell’universo: sentire il suono delle onde gravitazionali a bassa frequenza
Nell’articolo scientifico gli esperti hanno comunicato di essere riusciti a “sentire” il suono delle onde gravitazionali a bassa frequenza. Michele Vallisneri, senior research scientist al Jet Propulsion Laboratory della NASA nella California del sud spiega: «Questa scoperta rivela che l’intero universo è immerso in un rumore di fondo di onde gravitazionali, provenienti dalle binarie di buchi neri al centro delle galassie, e suggerisce che queste binarie esistono in gran numero. La tecnica di rivelazione è quasi incredibile: abbiamo monitorato per 15 anni la pulsazione regolare proveniente da 67 stelle di neutroni nella galassia, per misurare lo stiramento e compressione dello spaziotempo».
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