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Concessioni balneari: cosa sta succedendo?

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Concessioni balneari: cosa sta succedendo?

Quello delle concessioni balneari è sicuramente uno dei topic più parlati nelle ultime settimane. Ma è necessario andare per punti, partendo dalle basi.

Cosa sono le concessioni balneari?

Le spiagge e le coste rappresentano un territorio demaniale, cioè una proprietà esclusiva dello stato. Questo significa che non si possono acquistare, ma semplicemente ricevere in licenza e affittare per un determinato periodo di tempo.

Ma qual è, quindi, il problema delle concessioni balneari?

Le concessioni balneari non sono assegnate con gara pubblica, in quanto oggetto di continue proroghe. La domanda conseguente è quindi: chi richiede la gara pubblica? La direttiva Bolkstein del 2006.

Che cosa è la direttiva Bolkstein?

Si tratta di un atto approvato dalla Commissione europea nel 2006 e recepito nell’ordinamento italiano dal governo Berlusconi, nel 2010. Deve il nome a Frits Bolkestein, allora commissario per la concorrenza e il mercato interno. La finalità di questa direttiva è quella di​ garantire pari accessibilità a tutte le imprese europee nel concorrere all’affidamento delle concessioni. I nostri “vicini” sono più rispettosi della concorrenza e del mercato. Ma in che modo?

Le concessioni balneari sono sempre assegnate con bando di gara.

  1. In Grecia e Croazia (minimo di 5 anni in Croazia e durata variabile in Grecia).
  2. In Portogallo (sono però previsti diritti di prelazione nei confronti dei titolari delle concessioni originarie).
  3. In Francia (la durata massima è 12 anni senza nessuna deroga o eccezione)

Ddl Concorrenza. Concessioni balneari: gare, premi e indennizzi. Cosa potrebbe cambiare in Italia?

L’emendamento ha già preso il via libera dalla Commissione e il Ddl Concorrenza approderà lunedì nell’Aula del Senato. Nel testo si conferma chele concessioni dovranno essere messe a gara entro il 31 dicembre 2023 (prorogabile al massimo di un anno a certe condizioni). Si afferma così il principio che le concessioni balneari non possono in alcun modo essere prorogate (in modo automatico e non).

Chi potrà partecipare alle gare?

Tutti, comprese microimprese e enti del Terzo settore. In sede di affidamento della concessione si dovrà valorizzare:

  • Chi ha maturato esperienza tecnica e professionale sull’attività oggetto di concessione (l’accordo di maggioranza ha tolto di mezzo dal subemendamento il riferimento alle ‘analoghe attività di gestioni dei beni pubblici’ per mettere al riparo piccoli e medi operatori dai grandi gruppi concessionari pubblici)
  • Chi nei cinque anni utilizzato una concessione quale prevalente fonte di reddito per sé e per il proprio nucleo familiare
  • Chi presenta piani con strutture amovibili e non troppo impattanti.

Perché, allora, c’è stato uno scontro sugli indennizzi?

Tutte le forze che sostengono il governo erano d’accordo sul principio che il concessionario uscente dovesse essere ristorato per gli investimenti fatti negli anni. Le differenze riguardano la misura del ristoro:

  • Lega e Forza Italia vogliono che il ristoro sia commisurato al valore effettivo degli investimenti
  • Il governo vuole che il ristoro sia commisurato al valore residuale (e cioè tenere conto dell’usura accusata dai beni)

Si è raggiunto un compromesso?

Vanno rimborsati gli investimenti fatti. Eppure un accordo sarebbe stato facile da raggiungere, visto che un po’ tutti sono d’accordo sul prevedere degli indennizzi per quei gestori che, pur avendo investito molti soldi nel loro “bagno” potrebbero perderlo all’asta di fronte a offerte superiori a quanto potrebbero mettere sul tavolo per confermarsi concessioni che oggi “costano” pochissimo, e non garantiscono allo Stato quasi nemmeno il rimborso di cosa costa incassare i canoni.

Ma come quantificare questi indennizzi? In molti casi c’è un problema tutto italiano: i soldi spesi non sono giustificabili perché fatti in nero. Come dire, non tutti i gestori avevano fatture da mettere in bilancio. Anche perché magari erano in nero anche parte degli incassi.

L’accordo su cui si lavora sembra puntare ad un compromesso realistico visto che Draghi non intende lasciare nuovi tempi morti: si parla come detto di «indennizzi e prelazione».

L’ultimatum di Mario Draghi.

L’ultimatum di Mario Draghi ha dato una spinta per una decisione ineludibile. In assenza di accordo sulle concessioni balneari, l’articolo 2 del decreto, il governo porrà infatti la questione di fiducia. Draghi ricorda che il testo è stato presentato in Senato il 3 dicembre 2021 e che entro dicembre 2022 vanno approvati anche tutti i decreti attuativi.

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