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Letteratura

#NelSalottoDiWojtek // “È tardi”, il memoir lirico di Savarese esplora lo spazio del tempo (recensione)

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“È tardi!”

Di cosa parla “È tardi!”, testo scritto da Eduardo Savarese e pubblicato da Wojtek edizioni?

Nonostante il tema di questo volume di 257 pagine sia ben chiaro – si raccontano le storie e le interpretazioni di sette donne protagoniste di alcune opere liriche – è difficile descrivere in poche parole questo testo.  Non soltanto perché Savarese alterna al saggio musicale ampie sezioni di narrazione autobiografica, ma anche perché i temi toccati dall’indagine dell’autore sono tantissimi.

L’opera decorticata

Si parte da una domanda che potrebbe sembrare persino banale: cos’è l’attesa? Che significa attendere qualcosa o qualcuno? Fin quando è lecito imbrigliarsi in queste attese?

Savarese analizza le storie di Violetta Madama Butterfly, e di Norma, di Carmen, della Contessa mozartiana, Lucia di Lammermoor e di Elektra. Savarese decripta questi racconti, queste protagoniste e i loro corpi in scena con precisione chirurgica. Decorticando le storie cantate dal teatro lirico si scoprono tematiche sotterranee: non si parla solo d’amore e nemmeno soltanto della capacità di lasciarsi andare ai propri sentimenti, ma anche della nostra percezione del tempo.

Le donne del passato attraverso la lente di uno sguardo maschile

Le eroine di cui si parla in “È tardi!” sono certamente forti, determinate, coraggiose – ma ciò che più sconcerta è che queste loro caratteristiche si palesino proprio attraverso l’attesa e l’immobilità. Nelle intenzioni di Savarese c’è anche quella di raccontare la percezione del mondo femminile attraverso uno sguardo maschile, e quest’immobilismo tragico a cui le eroine sono state condannate dai propri autori è chiaramente espressione di un sentire maschile figlio anche del proprio tempo.

L’opera dell’autore è in un certo senso provocatoria anche per questo: quelli in cui viviamo sono indubbiamente tempi diversi da quelli raccontati, più frettolosi e che non fanno più dell’immobilismo e dell’attesa una virtù femminile. Ma qual è il valore dell’attesa, oggi?

La dimensione del tempo e il valore dell’attesa

La nostra società, così diversa da quella di cui parlano le opere esaminate da Savarese, ha trasformato il tempo in un nemico. Estrapoliamo i nostri momenti migliori per esporli sui social, strappiamo attimi dal flusso del tempo e li rendiamo inerti, immobili – in un certo senso, morti.

Attraverso le parole di Saverese e grazie alle storie di Elektra, Carmen e tutte le altre troviamo un tempo diverso, che si sottrae sì allo scorrere delle ore e che elimina la percezione del tempo come un vettore, ma che, grazie alla magia del teatro e dell’arte, lo trasforma in uno spazio esplorabile, in una stanza di cui possiamo cogliere ancora oggi, dopo decenni, talvolta secoli, gemme di verità. Si tratta di un tempo immobile ma ancora vivo, sospeso e vibrante di promesse come tutte le attese.

Proprio questo è il valore dell’attesa che ancora oggi queste opere possono raccontarci ed è così che si trasforma in una primavera ancora viva.

A chi è consigliato?

“È tardi!” è un testo certamente particolare, un saggio che racconta con intimo distacco storie antiche ma ancora attuali. Si tratta di un libro che apprezzeranno tutti gli amanti dell’opera ma anche coloro che sono interessati al concetto del tempo e dell’attesa; insomma, a tutti quei lettori che amano cercare nuovi spunti di riflessione e nuove prospettive.

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