L’Orchestra della Scala non suona in Egitto

L’Orchestra della Scala dice no all’Egitto

L’Orchestra della Scala di Milano ha ricevuto una proposta per suonare in tournée in Egitto, ma ha fatto sapere tramite il sindacato di non avere intenzione di esibirsi nel Paese africano. Si parlava di una trasferta per ben sedici spettacoli che si sarebbero dovuti svolgere a settembre in Egitto, in Kuwait e anche a Dubai.

Il motivo? Tanto semplice quanto importante: l’Orchestra non ha infatti alcuna intenzione di suonare in Egitto per ciò che è accaduto e ancora accade riguardo il caso Regeni. Fin quando non si raggiungerà la verità riguardo la morte del giovane ricercatore italiano e soprattutto fin quando l’Italia non riuscirà a ottenere giustizia, l’Orchestra non si esibirà in quel Paese.

Le dichiarazioni dei sindacati e la decisione del Sovrintendente Mayer

“È inopportuno suonare nel Paese che non dice la verità sulla morte di Giulio Regeni, é una questione politica.”, ha dichiarato Francesco Lattuada, delecato della Slc Cgil dell’Orchestra della Scala.

“Che la Scala decida di andare in qualsiasi forma in Egitto ci vede assolutamente contrari dal profondo del cuore” spiega poi Adriano Gnani, segretario della Uilcom. “Credo che sia una scelta politica totalmente sbagliata e inopportuna, visto che sul caso Regeni in questi anni tutte le istituzioni hanno chiesto che si facesse luce su quello che è successo a un nostro connazionale. Laddove ci sono sistemi totalitari o istituzioni grigie” conclude “non si può essere indifferenti a quello che accade”.

Il Sovrintendete Dominique Mayer, consultati i sindacati, ha quindi rifiutato l’invito, rinunciando quindi anche a un introito economico molto importante.

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