Connect with us

Politica

Referendum: cosa è successo e cosa succederà

Published

on

referendum

Referendum: il punto della situazione

La scorsa settimana, la Corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio per decidere sull’ammissibilità di 8 quesiti referendari, che vertono su:

-Eutanasia
-Cannabis
-Legge Severino
-Custodia cautelare
-Separazione delle carriere dei magistrati
-Consigli giudiziari
-Responsabilità civile diretta dei magistrati
-Elezioni consiglio superiore della magistratura

Il referendum sull’eutanasia

La Corte ha dichiarato inammissibile il referendum sull’eutanasia, primo degli otto quesiti presi in esame.

L’Ufficio stampa ha spiegato che la Corte costituzionale ha ritenuto inammissibile il quesito referendario perché “a seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili. La sentenza sarà depositata nei prossimi giorni”.

Per Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni, la bocciatura “è una brutta notizia per la democrazia nel nostro paese, sarebbe stato una grande occasione su un tema che tocca la società italiane, e soprattutto le persone che saranno costrette ad attendere ancora molto tempo. Ma la battaglia per l’eutanasia legale non si ferma, useremo ogni strumento per noi utile per arrivare a un diritto umano e civile che deve essere conquistato dal nostro paese. Il referendum sarebbe stata la strada più utile ma lo faremo lo stesso”.

Il referendum sulla cannabis

Preso in esame anche il referendum sulla depenalizzazione della coltivazione della cannabis: anche quest’ultimo è stato dichiarato dalla Corte costituzionale inammissibile.

Il referendum intendeva togliere dal circuito penale chi coltiva per uso personale la cannabis, ma intendeva continuare a considerare illegale lo spaccio, la fabbricazione, l’estrazione e la raffinazione di stupefacenti. Inoltre si proponeva di eliminare la sospensione della patente come sanzione amministrativa per chi detiene una piccola quantità di cannabis per uso personale, ma la guida sotto effetto di Thc sarà ancora sanzionata penalmente.

I quesiti dichiarati ammissibili

I quesiti dichiarati ammissibili, invece, hanno riguardato l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità previste dalla legge Severino, la limitazione delle misure cautelari, la separazione delle carriere dei magistrati e l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm e il voto degli avvocati che siedono nei Consigli giudiziari.

Bocciato invece il quesito che riguardava la responsabilità civile dei magistrati. Come ha spiegato Giuliano Amato, presidente della Corte Costituzionale, una regola fondamentale per i magistrati è quella della responsabilità indiretta. L’introduzione della responsabilità diretta non sarebbe stata possibile attraverso un referendum abrogativo.

La Corte Costituzionale, dunque, ha giudicato ammissibile cinque dei sei quesiti referendari sulla giustizia. In primavera, probabilmente già ad aprile, gli italiani saranno chiamati alle urne per votare cinque quesiti che riguardano la riforma della giustizia.

Vediamoli nel dettaglio.

Legge Severino

Abolire l’intero Testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità, che significa eliminare le norme che impediscono la partecipazione alle competizioni elettorali per il Parlamento europeo e italiano e alle elezioni regionali, provinciali e comunali di chi sia stato condannato in via definitiva per mafia, terrorismo, corruzione e altri gravi reati.

In particolare, eliminazione l’articolo 11 che prevede la sospensione dagli incarichi degli amministratori locali dopo la condanna di primo grado per alcuni reati.

Custodia cautelare

Abrogazione di una parte dell’articolo 274 del Codice penale, che porta ad una riduzione dell’ambito dei reati per i quali è consentita l’applicazione delle misure cautelari e in particolare della carcerazione preventiva: via il finanziamento illecito ai partiti e via i reati puniti con la reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, a meno che non ricorra il pericolo di fuga dell’indagato o di inquinamento delle prove.

Separazione delle carriere

Il sì al quesito prevede la separazione delle carriere dei magistrati, con lo “stop alle porte girevoli per ruoli e funzioni”. Il magistrato dovrà scegliere a inizio carriera se diventare pm o giudice. Oggi sono possibili quattro passaggi, ridotti a due con la riforma.

Elezioni dei componenti del Consiglio Superiore della Magistratura

Il quesito propone di cancellare la norma che stabilisce che le candidature debbano essere sostenute da almeno 25 firme. Verrebbe dunque introdotta l’autocandidatura, già prevista tra l’altro dalla riforma Cartabia.

Consigli giudiziari

L’altro quesito approvato è quello che riguarda il voto degli avvocati dei Consigli giudiziari sulle valutazioni di professionalità dei magistrati. La ratio è quella di avere una più equa valutazione dei magistrati, che oggi sono valutati solo da pari rango.

___

Continua a seguirci su Facebook, su Instagram, Twitter e Waveful! Ricevi tutte le notizie sul tuo cellulare iscrivendoti al canale Telegram.

Scopri gli ultimi aggiornamenti cliccando qui.

Continue Reading
Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Direttore responsabile: Maurizio Cerbone Registrazione al Tribunale di Napoli n.80 del 2009 Editore: Komunitas S.r.l.s. - P.IVA 08189981213 ROC N° 26156 del 25 gennaio 2016