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Cronaca

Addio Iphone in Russia

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Le Big Tech muovono guerra contro la Russia: una guerra combattuta non a colpi di mitragliatrice, ma a colpi di sanzioni.

Già i più grandi social network come Meta, YouTube e Twitter hanno provveduto a bloccare i canali di informazione legati a Russia Today e Sputnik, spesso accusati di diffondere disinformazione nell’invasione russa.

A ciò si aggiunge la decisione di Apple di interrompere tutte le esportazioni verso la Russia, procedendo anche a rimuovere alcune app russe dai suoi App Store in tutto il mondo, come Apple Maps e di Apple Pay.

“Siamo profondamente preoccupati per l’invasione russa dell’Ucraina e siamo al fianco di tutte le persone che stanno soffrendo a causa delle violenze”, ha detto Timothy Cook, amministratore delegato di Apple.

“Stiamo sostenendo gli sforzi umanitari, fornendo aiuto per la crisi dei rifugiati in corso e facendo tutto il possibile per sostenere i nostri team nella regione. Abbiamo intrapreso una serie di azioni in risposta all’invasione. Abbiamo sospeso tutte le vendite di prodotti in Russia. La scorsa settimana abbiamo interrotto tutte le esportazioni nel nostro canale di vendita nel paese. Apple Pay e altri servizi sono stati limitati. RT News e Sputnik News non sono più disponibili per il download dall’App Store al di fuori della Russia. E abbiamo disabilitato sia il traffico che gli incidenti dal vivo in Apple Mappe in Ucraina come misura di sicurezza e precauzione per i cittadini ucraini. Continueremo a valutare la situazione e siamo in comunicazione con i Governi competenti sulle azioni che stiamo intraprendendo. Ci uniamo a tutti coloro che in tutto il mondo chiedono la pace”, ha aggiunto Cook.

Le prime società a chiudere con la Russia

La prima società a chiudere i suoi rapporti con la Russia è stata la British Petroleum, gigante petrolifero britannico, che ha deciso di cedere la sua partecipazione del 20% in Rosneft, la compagnia petrolifera di stato russa. Ventiquattr’ore dopo è toccato a un altro colloso dell’oil come Shell prendere una decisione analoga.

Hanno fatto seguito il ritiro dalla Russia di Equinor, la più grande società energetica norvegese controllata dallo Stato, ed Eni.

I grandi marchi

Anche i grandi marchi hanno preso decisioni analoghe, come Nike che ha stoppato la consegna merci in Russia ed Adidas, sponsor tecnico della Nazionale russa, ha invece sospeso la sua partnership con la Federcalcio russa.

Le automotive

Dai grandi marchi alle automotive. Daimler Truck Holding, uno dei più grandi produttori di veicoli commerciali del mondo, ha detto che fermerà le sue attività commerciali in Russia fino a nuovo avviso e potrebbe rivedere i legami con il partner locale Kamaz.

Il marchio automobilistico svedese Volvo Cars ha annunciato che sospenderà le spedizioni di veicoli verso il mercato russo fino a nuovo avviso, diventando la prima casa automobilistica internazionale a deciderlo.

Anche Harley-Davidson ha sospeso il suo business in Russia e General Motors ha fermato le spedizioni in Russia, citando «una serie di fattori esterni, compresi i problemi della catena di approvvigionamento e altre questioni al di fuori del controllo della società».

La casa automobilistica francese Renault ha detto che sospenderà alcune attività nei suoi stabilimenti di assemblaggio in Russia.

Trasporti

Il gruppo MSC della famiglia italiana Aponte fermeranno temporaneamente tutte le spedizioni di container da e per la Russia, insieme a Dhl che ha sospeso i servizi di consegna in Russia e Bielorussia.

Il colosso tedesco Siemens, che produce treni, offre servizi digitali e di automazione alle imprese, interrompe la sua attività in Russia.

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